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Post - Gabriel_Omar

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 03, 2022, 06:50:39 pm »
(...) in quanto se il modulo è quello, anche se tatticamente ogni mister utilizza degli stratagemmi, avrà comunque sempre bisogno del solito tipo di calciatori.
Assolutamente no. Se una società decide di puntare su un 4-2-3-1 (esempio a caso, posto che sono sempre allergico a parlare di "moduli" come se fossero la cartina di tornasole di un intero impianto di gioco), molti giocatori (soprattutto a centrocampo) che servirebbero a Spalletti sarebbero comunque completamente diversi da quelli che, invece, richiederebbe Pioli, oppure Gattuso. Non a caso, nel Milan di quest'ultima stagione, Bennacer ha gradualmente perso il posto a favore di Tonali, mentre con lo stesso Spalletti sarebbe fra i titolari inamovibili. Oppure, Krunić, con l'allenatore del Napoli, sarebbe stato trasformato in un ottimo "falso dieci", mentre a Pioli faceva comodo nei due di centrocampo, proprio per le sue corse in avanti e la progressione palla al piede. Poi c'è l'esempio di Bakayoko, fondamentale per Gattuso e totalmente lasciato nel dimenticatoio con il tecnico rossonero. E potrei continuare per ore, a partire dall'utilizzo profondamente diverso dei terzini, che differenzia in maniera sostanziale il Calcio di Spalletti da quello di Pioli (o dello stesso Gattuso).

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 03, 2022, 06:25:23 pm »
Secondo me, sei tu che invece dai troppa importanza alle differenze degli allenatori che giocano alla stessa maniera.
Questa frase è ossimorica. Che intendi con "stessa maniera"? Ti riferisci al modulo di partenza? In tal caso, è evidente che tu stia sopravvalutando l'importanza di un concetto di per sé così alquanto astratto e anacronistico. Per fare un esempio, Mourinho con la Roma ha adottato, salvo che nella prima parte di stagione, un 3-5-2 totalmente differente dal medesimo sistema di gioco utilizzato da Inzaghi con l'Inter. Allo stesso modo, il 4-3-3 di Sarri (posto che le versioni migliori del Calcio Sarriano si sono ammirate più con Empoli, Napoli e Chelsea, che non con la Lazio) ha un approccio fortemente diverso da quello di Italiano. E così via, potrei citare decine di altri esempi.

Ti ho fatto precedentemente l'esempio del Barcellona che fa scuola in tal senso (...).
Sì, avevo letto il tuo esempio, ma avevo deciso di bypassarlo, in quanto poco inerente al discorso che stiamo facendo. Il Barcellona è vero che lavora fin dalle giovanili per creare un modello identitario e fondante la cultura (calcistica, ma non solo) del club, in modo che, una volta in prima squadra, tutti i maggiori talenti del vivaio blaugrana abbiano quella filosofia di gioco che gli scorre nelle vene. Ma è altrettanto vero che, proprio per la medesima ragione, spesso e volentieri la loro squadra viene affidata ad allenatori formatisi in quello stesso contesto (Guardiola, Vilanova, Luis Enrique, Koeman, Xavi e, in parte, anche Valverde). Non a caso, nelle due annate più fallimentari dell'ultimo quindicennio del club catalano, l'allenatore era qualcuno che proveniva "dall'esterno" (Martino nel 2013/14 e Setién nel 2020) e che, dunque, non si era formato all'interno della scuola di pensiero barcellonista. Per questo non ha senso fare paragoni con quanto stavamo dicendo: qui non si parla di un club che impone le proprie scelte di mercato ad un allenatore, ma di una società che ha intrapreso da oltre vent'anni un percorso identitario coerente e che punta su giocatori e allenatori formatisi all'interno di quello stesso progetto tecnico, che va avanti da generazioni.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 03, 2022, 02:13:17 pm »
Gattuso gioca come Italiano? Mi sa che ti sbagli. Al Napoli faceva il 4-4-2 e 4-2-3-1, ergo altri moduli proprio.
Ho scritto che Gattuso potrebbe tranquillamente partire da un modulo base simile a quello attualmente utilizzato da Italiano, avendolo messo in pratica quand'era allenatore del Milan, per esempio. Ma il punto è che, ovviamente, l'interpretazione sarebbe totalmente diversa e, di conseguenza, anche il mercato andrebbe tarato sulle indicazioni del nuovo allenatore. Secondo me, stai dando troppa importanza al concetto di modulo, che in realtà rimane null'altro che un mero modello descrittivo/riassuntivo utilizzato per semplificare un movimento di uomini e palla molto più complesso e difficile da "fotografare" in tre o quattro numeri. Se una società decide di puntare su un allenatore, non può poi imporgli le proprie idee e le scelte di mercato. O meglio, può pure farlo, ma il rischio diventa quello di non creare un'identità tecnica comune e coerente.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 03, 2022, 01:11:36 pm »
(...) ribadisci che ho ragione sulla questione modulo, cioè se un modulo pretende un regista si prende un regista, anche se Ricci lo vedrei meglio alla Roma che da noi.
In realtà, io ho fatto il nome di Ricci proprio dando per scontata la conferma di Italiano. E' ovvio che, nell'eventualità che la Fiorentina cambi allenatore già da questa sessione estiva di mercato, si dovrebbe ridiscutere tutto quanto. Un Gattuso, per fare il primo esempio, con Ricci ci farebbe ben poco, pur potendo tranquillamente partire da un modulo base molto simile nell'impostazione (ma totalmente differente nell'approccio) a quello di Italiano. E' esattamente quello che dicevo nell'altro thread.

P. S. Ricci nella Roma di Mourinho non troverebbe spazio nemmeno supplicando, considerando l'idiosincrasia dell'allenatore portoghese per questa tipologia di giocatori, soprattutto in quello specifico ruolo.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 03, 2022, 12:15:00 pm »
Matteo Ricci, 28 anni, di grandissima prospettiva, del Frosinone in Serie B sarebbe perfetto per noi.
Come riserva di un titolare su cui costruire la Fiorentina del domani (per questo facevo il nome di Samuele Ricci, al di là dell'omonimia), sarebbe certamente più affidabile lui di un Amrabat "forzato" nel ruolo di regista per mere beghe di mercato. Anche solo per il poco tempo che gli servirebbe per entrare nei meccanismi di gioco di Italiano, che già conosce.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 03, 2022, 12:10:04 pm »
Se una società vuol fare il 4-3-3 e proseguirlo sa cosa fare a prescindere da un dato allenatore. Il Barcellona cosa fa? Tutte le squadre dalle giovanili fino alla maggiore hanno un'intelaiatura tattica simile, poi ovviamente ogni allenatore apporta le proprie varianti, ma fondamentalmente il gioco è simile proprio per avere sempre un'idea ben precisa di calciatori e gioco.
L'intelaiatura tattica va ben al di là del semplice concetto di "modulo", specialmente nel Calcio contemporaneo, dove le funzioni specifiche dei giocatori hanno più importanza dei numeri e dove l'interpretazione dei ruoli è sempre più dinamica, non statica. Di conseguenza, se, per assurdo, Italiano dovesse lasciare la Fiorentina già nelle prossime settimane (scenario irrealistico, secondo me), allora farebbe benissimo la dirigenza gigliata ad aspettare di chiudere con il nuovo allenatore, prima di cominciare a muoversi sul mercato.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 03, 2022, 11:35:35 am »
A quindici milioni quanti se ne trovano del suo livello? Quanti pensano di trovarne?
Di giocatori GIA' del livello di Torreira (ossia gente fatta e finita), direi che, a quel prezzo, se ne trovano effettivamente pochi. Tuttavia, in caso l'uruguaiano non venisse confermato, per la Fiorentina sarebbe finalmente il caso di provare ad andare a puntare su qualche giovane di prospettiva che possa essere modellato e valorizzato da Italiano. I nomi che mi vengono in mente sono quelli di Matteo Ricci, che ha già lavorato con l'allenatore viola ai tempi dello Spezia e che, pertanto, possiede già la valigia con i codici del suo sistema di gioco, e, soprattutto, di Samuele Ricci, che, a mio avviso, sarebbe Il Regista perfetto, per la Fiorentina di Italiano. Del resto, i Torreira della situazione non si devono per forza comprare, ma si possono anche costruire in casa, certamente con un percorso più lungo e incerto, ma pure decisamente meno oneroso. L'importante, come scrivevo anche nell'altro thread, è capire che non si può smantellare la rosa in ogni sessione di mercato, perché altrimenti diventa impossibile dare una continuità tecnica al progetto.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 03, 2022, 11:22:05 am »
Come ogni calciomercato che si rispetti, anche il prossimo sarà all'insegna del terzino destro.
Il problema per la Fiorentina, a mio avviso, non è tanto la partenza di Odriozola (o di Torreira) in sé, anche perché questo è un periodo storico nel quale c'è discreta abbondanza di terzini (specialmente destri) appetibili sul mercato: nel thread dedicato alla sessione di calciomercato, per esempio, avevo fatto i nomi di Stojanović e Tavernier, che rappresenterebbero ottimi colpi, per la Viola. Il punto è capire che sarà molto difficile migliorare i propri risultati sportivi, se ogni estate la rosa continua a perdere elementi centrali del proprio progetto tecnico. Per fare un esempio (alquanto improbabile), per la Fiorentina sarebbe molto più funzionale, in ottica di crescita progressiva e stabilizzazione del proprio livello competitivo, cercare di crescere in casa un giovane di prospettiva da valorizzare e su cui puntare nei prossimi anni, piuttosto del solito prestito secco annuo di un Jorginho a caso.

Una società sveglia che sa cosa vuole, a prescindere dal fatto che questo allenatore se ne andrà o meno, dovrebbe avere le idee chiare sul Calcio che vuol giocare: ergo, vogliono proseguire col calcio 4-3-3 fatto di pressing sul portatore di palla avversario? Bene, conosci i trenta/quaranta allenatori in Europa che fanno bene questo schema e lo porti avanti, compreso il mercato che non può fermarsi perché si attende di sapere cosa farà Italiano.
Ecco, su questo invece non sono d'accordo: il Calcio di Italiano non è replicabile da chiunque, anche perché un sistema di gioco fondato su pressing, riaggressione e verticalità è solo un macro-concetto fondativo che si può declinare in n-mila modi diversi. La Fiorentina attuale, per fare un esempio "di campo", non gioca certo come il Torino di Jurić, né come il Verona di Tudor, pur partendo tutte da un simile approccio in fase di non possesso. Giusto dunque che, prima di investire su nuovi giocatori, la dirigenza gigliata voglia attendere la certezza che Italiano rimanga, o meno, a Firenze.

P. S. Detto ciò, esattamente dove potrebbe andare, Italiano? Le panchine delle squadre che, in quest'ultimo Campionato, sono finite sopra alla Fiorentina, sono già tutte occupate, così come quella dell'Atalanta. All'estero l'allenatore viola non è conosciuto e dubito che qualche squadra non italiana possa decidere di puntare su di lui. Di conseguenza, non vedo altri scenari possibili, oltre a quello che prevede Italiano sulla panchina gigliata anche per la prossima stagione.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Maggio 31, 2022, 09:04:15 am »
Io dall'inizio ho parlato di una coppa qualitativamente più "scarsa" rispetto a quelle del passato. Non ho mai parlato di livello gerarchico, anche perché, se esistono tre Coppe, non potrà mai essere la quarta a livello gerarchico.
Infatti non mi stavo riferendo direttamente ai tuoi interventi, ma a chiunque, in questi ultimi giorni, abbia risposto ai miei messaggi, o comunque commentato i miei post, premettendo che "non si può davvero paragonare il livello della vecchia Coppa UEFA all'odierna Conference League". Ecco, stavo semplicemente cercando di far capire che NESSUNO (nemmeno il sottoscritto) stava costruendo un parallelismo del genere. Comunque mi par di capire che siamo bene o male tutti d'accordo, su questo punto, dunque davvero per me possiamo pure cessare qui questa discussione (non perché mi annoi, ma semplicemente perché palesemente off topic).

P. S. Comunque l'importanza che la UEFA ha "delegato" alla Conference League va al di là della mera conta del numero di competizioni europee per club: il torneo ha un suo intrinseco valore proprio a livello qualitativo, non (solo) quantitativo.

La Roma odierna non è neppure lontana parente del Parma di Scala come tecnica e soprattutto gioco, che da voi latita e gli avversari che avete incontrato in Conference oggi non si sarebbero trovati nella fase finale della Coppa UEFA di ieri (forse nella Mitropa).
Vabbè, sinceramente adesso non mi va di parlare di pareri soggettivi privi di qualsiasi controprova. Se vuoi credere che gli attuali Feyenoord, Olympique Marsiglia e Tottenham (arrivato quarto nell'ultima Premier League, a tre soli punti di distanza dal Chelsea Campione d'Europa un anno fa) siano tutti tecnicamente inferiori e tatticamente meno organizzati del Salisburgo nel '94 (esempio a caso, ma ne potrei citare un'altra dozzina almeno), fai pure. Non ho abbastanza dati comprovati in mio possesso per concordare, né per smentire una tale ipotesi.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Maggio 30, 2022, 04:59:31 pm »
Non si possono davvero analizzare come simili la vecchia Uefa anni '90 con l'odierna Conference (...).
Esattamente così come non si può paragonare la vecchia Coppa UEFA all'attuale Champions League, se è per questo. Ad ogni modo, lo ripeto, non si stava facendo un parallelismo tra i due tornei dal punto di vista del loro valore competitivo, bensì su un piano di livello gerarchico. Siccome noto che, su questo punto, ci si scivola sempre sopra, provo a tradurlo con un esempio "storico": l'attuale Coppa Italia è una competizione molto più agevolata, specialmente per le prime sei/sette squadre di Serie A, rispetto alle edizioni degli anni '90, o perfino ancora precedenti, non fosse altro per il numero decisamente inferiore di partite da disputare e, soprattutto, per il fatto che le migliori della classe possono fregiarsi anche dell'enorme vantaggio di giocare in casa i quarti di finale, rispetto a club con ranking inferiore. Eppure, non per questo chi vince la Coppa Italia nel 2020 si aggiudica un trofeo di importanza inferiore, rispetto a chi aveva sollevato quella stessa Coppa nel 1980. A livello di bacheca e di palmares, per intenderci, il valore è il medesimo, nonostante un grado di difficoltà così nettamente distinto. Ecco, la stessa cosa vale anche per le attuali competizioni UEFA per club (e non parlo solo della Conference League), rispetto a quelle del secolo scorso.

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Serie A / Re:IL CAMPIONATO DELLE ALTRE SQUADRE
« il: Maggio 29, 2022, 12:41:06 pm »
Questi i premi del Campionato di Serie A appena concluso, secondo il mio parere personale:

Miglior giocatore: 1. Rafael Leão; 2. Bremer; 3. Maignan;

Miglior allenatore: 1. Nicola; 2. Pioli; 3. Jurić;

Giocatore maggiormente migliorato: 1. Bremer; 2. Tonali; 3. Vicario;

Giocatore maggiormente peggiorato: 1. Gosens; 2. Drągowski; 3. Bakayoko;

Miglior esordiente: 1. Maignan; 2. Anguissa; 3. Abraham;

Miglior under 21/nato dopo il 2000: 1. Zalewski; 2. Udogie; 3. Scalvini.

Note sparse: per quanto riguarda il premio di miglior allenatore, sarebbero dovuti essere menzionati anche Italiano, che ha riportato la Fiorentina in Europa dopo cinque stagioni in cui i viola hanno quasi sempre ballato a ridosso delle zone basse della classifica, rischiando seriamente perfino la retrocessione almeno in un'occasione, e Tudor, che ha preso un Verona ancorato in fondo alla classifica a quota zero punti e lo ha ritrasformato nella macchina da guerra iper-aggressiva che aveva caratterizzato il precedente corso tecnico di Jurić. Tuttavia, considerando il rendimento altalenante dell'ultimo mese di Campionato della Fiorentina (che, ad onor del vero, è riuscita a qualificarsi in Conference League esclusivamente grazie al fatto che, nelle ultime partite, ha incontrato una Roma stremata dall'impegno europeo di pochi giorni prima e una Juventus ormai mentalmente in vacanza e con molte seconde linee in campo, sfruttando il contemporaneo "suicidio" dell'Atalanta) e il fatto che il Verona, tutto sommato, ha comunque replicato il Campionato precedente, ho preferito inserire Jurić, che ha ereditato un Torino che, nella stagione 2020/21, si era salvato a fatica e gli ha restituito un anima, valorizzando, tra l'altro, alcuni elementi che adesso potranno essere venduti a peso d'oro dai granata (sì, sto parlando di Bremer). Tra i giocatori maggiormente migliorati, invece, mi è dispiaciuto non inserire Demiral (lo scorso anno riserva bianconera, oggi perno difensivo dell'Atalanta, capace di non far rimpiangere Romero ai bergamaschi), Deulofeu (che, con la cessione di De Paul, è stato messo al centro del progetto tecnico dell'Udinese, ripagando la fiducia con un incremento di dodici gol, rispetto alla stagione precedente), Igor (ancora troppo grezzo nel 2020/21 e, invece, finalmente affermatosi come uno dei migliori difensori del Campionato 2021/22) e Pinamonti (un solo gol e tanta panchina con l'Inter nella scorsa stagione, tredici reti quest'anno con l'Empoli), così come lasciar fuori il nome di Frattesi tra i migliori esordienti.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Maggio 29, 2022, 10:08:14 am »
@Sololaviola: per onestà intellettuale, ammetto che, in effetti, il tuo ragionamento mi ha pressoché convinto, dico davvero. Tuttavia, se a rigor di logica il tuo discorso è corretto, a livello "empirico" bisogna invece riconoscere che alcune squadre che hanno vinto la Coppa UEFA hanno effettuato un cammino molto più semplice (o, comunque, di pari livello di difficoltà) anche di quello della Roma in quest'ultima Conference League (probabilmente perché fortunate in fase di sorteggio degli accoppiamenti, non saprei). Per fare un esempio random (ma ne potrei citare tanti altri), l'Inter che vinse il trofeo nel 1993/94 dovette affrontare, in ordine, Rapid Bucarest, Apollōn Limassol, Norwich City, Borussia Dortmund, Cagliari e Salisburgo. Eccetto i tedeschi (forti, ma comunque non una corazzata al livello delle migliori d'Europa), non mi sembra un percorso tanto più complicato di quello sostenuto dai giallorossi in quest'ultima campagna europea. Segno del fatto che "assolutizzare" l'idea relativa al livello di difficoltà di una competizione in vigore da metà degli anni '70 è forse sbagliato: ogni edizione fa storia a sé e, in moltissimi casi, la differenza, come scrivevo più su, la fa anche la fortuna in fase di sorteggio.

P. S. Ad ogni modo, su una cosa credo che possiamo convenire: la vecchia edizione della Coppa UEFA non è assolutamente paragonabile al livello dell'attuale Champions League. Su questo, mi dispiace, non mi convincerete mai.

La difficoltà la si ha se di fronte ti trovi un Liverpool o un Chelsea (anni fa avrebbero partecipato alla Coppa UEFA) rispetto ad un West Ham, o un Real Madrid o un Atletico rispetto a un Villarreal.
Verissimo, però considera pure che, a quest'ultima edizione di Conference League, ha partecipato anche il Tottenham, arrivato quarto nell'ultima Premier League, a soli tre punti di distanza dal Chelsea Campione d'Europa in carica (fino a ieri). Mica è colpa della Roma se la squadra di Conte è uscita ai gironi.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Maggio 28, 2022, 05:52:53 pm »
(...) queste sono le vincitrici della Coppa UEFA anni '90, tutte squadre di assoluto livello di quei tempi:

1990/91: Inter;
1991/92: Ajax;
1992/93: Juventus;
1993/94: Inter;
1994/95: Parma;
1995/96: Bayern Monaco;
1996/97: Schalke 04;
1997/98: Inter;
1998/99: Parma;
1999/00: Galatasaray.
Perfetto, hai citato bene. Però adesso dimmi, onestamente, se queste ti sembrano squadre che avrebbero mai avuto una reale e concreta possibilità di vincere la Champions League attuale. Club come quell'Inter (che giocava con Jonk, Manicone e Rubén Sosa titolari, oltre ad un Bergkamp lontano parente del Campione che dimostrerà poi di essere all'Arsenal), Galatasaray, Parma e Schalke 04 rappresentano, secondo te, corazzate che potrebbero anche solo sperare di arrivare in finale nell'attuale massima competizione europea per club? Se poi andiamo a vedere anche le finaliste perdenti (le varie Bordeaux, Salisburgo, Lazio, Torino, etc.) di quel decennio, il divario si allarga ancor di più. Peggio mi sento tirando in ballo le semifinaliste o, addirittura, i quarti di finale. Ma dai, su: come si può seriamente comparare il livello di quel decennio di Coppa UEFA con quest'ultimo di Champions, in cui a vincere sono state sempre Barcellona, Bayern Monaco, Chelsea, Liverpool e Real Madrid?

P. S. Comunque, lo ripeto ancora una volta, possiamo pure continuare a costruire parallelismi sulla competitività dei vari tornei europei. Ma ciò non c'entra nulla con il valore gerarchico (chiamiamolo "di palmares", se preferite) di ognuna e che è oggettivo, senza possibilità di discussione.

Sì, hai risposto, ma usando quello che hanno - secondo te - detto i manager dell'Organizzazione Europea sulla Conference (...).
Sì, diciamo che questo era solamente l'ultimo di sei macro-punti che avevo analizzato. Comunque non è che l'hanno detto "secondo me", si sta parlando proprio di una dichiarazione ufficiale, che tra l'altro è ancora presente sul sito dell'UEFA.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Maggio 28, 2022, 01:20:29 pm »
(...) la Coppa UEFA degli anni '90 era la Champions di oggi. (....) Detto quanto sopra, la nostra prossima competizione è più simile ad una Mitropa Cup ed a noi va bene perché son oltre cinque anni che non varchiamo i confini.
Ho già risposto nel messaggio immediatamente precedente a queste considerazioni, più che ripetermi non posso fare, quindi lascio che ognuno la pensi (legittimamente, sia chiaro) come crede, anche perché non sono nessuno per convincere del contrario. Se si vuole realmente pensare che una competizione in cui, all'epoca, arrivavano in finale le varie Göteborg, Dundee, Malines, Mechelen, etc. (oppure, in semifinale, le già citate Swarovski Tirol, Videoton e Zeljeznicar, tra l'altro TUTTE nella stessa edizione) sia realmente comparabile all'attuale Champions League è, a mio modesto parere, totalmente folle. Ma, ripeto, la diversità delle opinioni personali è sempre stata fonte di ricchezza, quindi ben venga.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Maggio 28, 2022, 11:13:22 am »
Direi che è arrivato il momento di aprire un nuovo thread sul tema Conference League. Tanto, dovendoci la Fiorentina partecipare la prossima stagione, non sarebbe nemmeno così fuori contesto.

 ;D ;D

Gabriel, alla Coppa UEFA ci andavano le seconde e le terze classificate. La Coppa UEFA di allora era quasi la Champions di oggi, escluse le prime che andavano in Coppa Campioni.
Perdonami, ma ho risposto a queste stesse tue obiezioni proprio ieri, con un post delle 13:28. Però vabbè, rispondo anche adesso, nessun problema a dialogare quando i toni sono educati e pacati. Permettimi, però, di suddividere la risposta in punti, così, forse, schematizzando, diventa più chiaro il ragionamento:

1. Se è per questo, in Conference League ci vanno squadre che, fino al 1996, avrebbero disputato la Coppa dei Campioni (la vincitrice del Campionato norvegese, per esempio). O, molto più semplicemente, partecipano club che, lo scorso anno, sarebbero stati ammessi in Europa League. Dunque, cosa abbiamo dimostrato con questo? Solamente che le regole di qualificazione a TUTTE le competizioni europee (non solo la Conference) sono cambiate radicalmente negli anni, diventando più selettive per alcune federazioni (Italia, Spagna, Inghilterra e via dicendo) e più inclusive per altre (Olanda, Francia, Portogallo, ma anche tutte le Nazioni meno ricche). Questo fa sì che le Coppe del vecchio millennio fossero più prestigiose di quelle attuali? Ma neanche per sogno, perché, altrimenti, seguendo la logica da te proposta, bisognerebbe convenire che la Coppa dei Campioni aveva un'importanza maggiore rispetto alla Champions attuale, in quanto, a quest'ultima competizione, partecipano anche seconde, terze e quarte classificate nel proprio Campionato (ma anche le vincitrici dell'Europa League, che potrebbero essersi piazzate molto più in basso: il Villarreal semifinalista di quest'anno, per esempio, nella Liga 2020/21 era arrivato addirittura settimo), che prima, invece, non avrebbero mai potuto disputare la massima competizione europea per club.

2. Fatta questa doverosa premessa, pur partendo dalla tua considerazione (che, come ho appena scritto, è comunque alquanto parziale), che cosa conveniamo? Che il livello di difficoltà della vecchia Coppa UEFA fosse maggiore, rispetto all'attuale Conference League? Mah, potrebbe pure essere, ci mancherebbe, anche se a me non piace generalizzare: per spiegarmi meglio, mi riferisco al fatto che ci sono state diverse edizioni della Coppa UEFA davvero imbarazzanti, a livello di qualità complessiva delle partecipanti. In un precedente mio post, ho fatto riferimento all'edizione 1982/83, ma, allargando il discorso, mi ricordo edizioni con Göteborg vincitore, Dundee United finalista e Swarovski Tirol (che scommetto non sai nemmeno di che Paese sia) semifinalista (l'edizione 1986/87, nello specifico). Oppure altre con Videoton e Zeljeznicar semifinaliste, e via dicendo. Ma potrei continuare all'infinito. Quindi siamo proprio sicuri che non ci siano state edizioni della Coppa UEFA di gran lunga più scadenti di quest'ultima Conference League? Altro che "era quasi la Champions di oggi". Ma proprio no, perdonami.

3. Tra l'altro, il discorso appena fatto potrebbe allargarsi anche alla Coppa delle Coppe: la Lazio Campione nel 1998/99, per dire, affrontò, in ordine, Losanna, Partizan, Panionios, Lokomotiv Mosca e Mallorca: sicuro che Feyenoord, Leicester e Bodø/Glimt siano tanto più scarse? Mah, ho i miei dubbi.

4. Detto ciò, anche ammesso e non concesso che la vecchia edizione della Coppa UEFA fosse più complicata della Conference League (cosa su cui, ripeto, nutro forti perplessità, nel senso che non si può "assolutizzare" il discorso: ci sono state edizioni difficili ed altre ridicole, sotto questo punto di vista. E la stessa cosa succederà con la neonata Conference), ciò non cambia il fatto che, a livello puramente gerarchico, la stessa Conference abbia il medesimo valore della vecchia Coppa UEFA. Certo, negli ultimi anni, come scrivevo al punto uno, hanno ampliato il numero dei partecipanti di TUTTE le competizioni europee, ma questo non ha reso certo più semplice vincere il trofeo (semmai, ha reso più facile QUALIFICARSI per questi tornei, che è cosa ben diversa).

5. Stando sempre alla tua logica di fondo, siccome un tempo in Coppa UEFA si qualificavano le seconde, terze e quarte classificate della Serie A e dei maggiori Campionati europei, allora quella competizione dovrebbe aver più valore anche dell'attuale Europa League, in cui si qualificano quinte e, al massimo, seste del Campionato italiano. Ma è ovvio che non possa essere così, non fosse altro perché la vittoria dell'Europa League permette di disputare la Supercoppa Europea, mentre la Coppa UEFA, fino al 1999, non dava questa possibilità. Molto semplicemente, paragonare il livello di difficoltà o, ancora peggio, il valore gerarchico di competizioni così distanti nel tempo in base esclusivamente alle regole di qualificazione è un giochino che non porta da nessuna parte. Non è così che funziona.

6. Per l'ultimo punto, ripeto una cosa che avrò scritto una decina di volte, ma vedo che la bypassate sempre: è stata la UEFA stessa a presentare la Conference, quando ha varato la nuova competizione, in questo modo. Addirittura, si parlò proprio di una scelta volta a ripristinare una terza competizione per club, così com'era un tempo, quando, oltre alla Coppa dei Campioni e alla Coppa delle Coppe, c'era anche la Coppa UEFA. Dico davvero: se non sei/siete d'accordo con questa soluzione o, molto più puntualmente, con questa lettura, dovete scrivere a loro, non a me.

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