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Post - Gabriel_Omar

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Serie A / Re:IL CAMPIONATO DELLE ALTRE SQUADRE
« il: Settembre 20, 2021, 11:19:40 am »
In campionato ha fatto undici gol. Se si parla di giocatore da venti e più gol lo si intende in campionato. Dici che riuscirà a sopperire ai trenta gol in meno di Ronaldo? Io ho i miei dubbi.
Ai gol di Cristiano Ronaldo non dovrà sopperire solo lui, ma l'intero reparto offensivo, chiamato ad una responsabilizzazione e, soprattutto, a un minutaggio maggiore. Dybala, per dire, lo scorso anno ha segnato quattro gol (stesso bottino di un difensore centrale come Mancini, per intenderci), in Campionato. Detto ciò, un attacco formato da Chiesa, Cuadrado, Dybala, Kean, Kulusevski e Morata non ha proprio NULLA da invidiare alle dirette rivali, perlomeno in Italia. Anche a livello realizzativo.

P. S. Comunque il Calcio non è un'equazione matematica. I problemi attuali della Juventus c'entrano poco e nulla, a mio avviso, con l'assenza di un giocatore da trenta gol in Campionato.

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Serie A / Re:IL CAMPIONATO DELLE ALTRE SQUADRE
« il: Settembre 20, 2021, 10:40:41 am »
In attacco hanno molti uomini di livello, anche se gli manca il goleador, l'uomo da venti e passa gol. E se vuoi lottare per qualcosa è utile averne uno.
Morata la scorsa stagione ha segnato venti gol, pur partendo diverse volte dalla panchina. Non vedo perché non possa ripetersi quest'anno, ora che ha scalato un gradino della gerarchia, dopo il ritorno a Manchester di Cristiano Ronaldo, e dato che quindi partirà continuativamente da titolare. Non a caso, ha già timbrato il cartellino in tutte le ultime tre partite della Juventus.

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Serie A / Re:IL CAMPIONATO DELLE ALTRE SQUADRE
« il: Settembre 20, 2021, 12:57:31 am »
Il Verona (...) va a prendere uno, Di Francesco, che, da secoli, fa il 4-3-3 integrale.
A Di Francesco si può dire tutto, tranne che sia un allenatore integralista o che abbia sempre "forzato" le sue squadre a giocare con il 4-3-3. Appena giunse alla Roma dal Sassuolo, dovette subito far fronte alla partenza di Salah e alla sua sostituzione con Defrel (voluto da lui, a dirla tutta), Schick e Ünder, ossia una seconda punta, un vice-Džeko e un giovane all'epoca ancora troppo acerbo per il Campionato italiano. Morale della favola: iniziò la stagione provando diverse soluzioni per attuare il 4-3-3, ma alla fine si arrese e la chiuse con un 3-4-2-1 fortemente asimmetrico (grazie alla licenza concessa a Nainggolan di svariare un po' ovunque, sulla trequarti). L'annata seguente ricevette "in regalo" dalla sessione estiva di mercato del 2018 un altro esterno offensivo molto acerbo (Kluivert), due trequartisti come Cristante (reduce da una stagione all'Atalanta in cui Gasperini lo schierava immediatamente alle spalle della prima punta) e Pastore e un altro centrocampista centrale come Nzonzi: in pratica, la mancata sostituzione delle mezzali che erano state cedute in quella stessa finestra di mercato (Nainggolan e Strootman) e l'abbondanza di trequartisti furono i fattori principali che costrinsero di fatto Di Francesco a "sposare" la causa del 4-2-3-1. Ma anche nella sua breve parentesi alla Sampdoria (squadra che da anni si fondava sul rombo di centrocampo e le due punte, tipici elementi del Calcio predicato da Giampaolo), optò fin da subito per il 3-4-1-2, con Ramírez trequartista e uno tra Bonazzoli, Caprari o, molto più spesso, Gabbiadini affianco a Quagliarella. Il Cagliari, dopo il Sassuolo, ha rappresentato forse l'unica sua vera possibilità di riproporre qualcosa che si avvicinasse teoricamente al 4-3-3, ma comunque pur sempre con diversi accorgimenti dettati dalla necessita di restituire centralità (non solo in senso simbolico, ma proprio letterale, ossia di occupazione centrale della trequarti) a João Pedro. Quest'ultima fase della sua carriera con il Verona, infine, nemmeno la prendo in considerazione, data l'insensatezza della convinzione che una squadra evolutasi nell'ultimo biennio secondo i dettami di Jurić, potesse davvero funzionare con Di Francesco, che comunque ha provato ad insistere con la difesa a tre e con il sistema di marcature a uomo. Tutto questo discorso non è volto a una difesa dei meriti di Di Francesco, né tantomeno a volerlo rivalutare come allenatore, anche perché a me non è mai piaciuto. Tuttavia, ripeto, affermare che sia un allenatore integralista è un falso storico.

La pensiamo diversamente evidentemente, io invece credo che, avendo tanta gente in grado di saltare l'uomo e portare il pallone in area, manchi effettivamente proprio il finalizzatore. L'attaccante che staziona in area di rigore, che sappia fiaccare le difese con i suoi movimenti a tagliare verso l'aria di rigore.
La partita della Juventus di stasera, secondo me, chiarisce nella maniera più nitida possibile il prototipo di attaccante che serve oggi ai bianconeri e, per fortuna di Allegri, ce l'hanno già in casa, ed è Morata. Il gol segnato dallo spagnolo nella sfida di oggi contro il Milan è la rappresentazione dell'ideale fase offensiva predicata da Allegri. Tra l'altro, lo stesso Morata a livello realizzativo garantisce sempre un apporto quantitativo d'élite. Proprio in virtù di queste ragioni, continuo a ritenere che siano ben altri i ruoli su cui la dirigenza bianconera dovrebbe investire in tempi brevi, che non quello di centravanti.

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Serie A / Re:IL CAMPIONATO DELLE ALTRE SQUADRE
« il: Settembre 17, 2021, 02:47:17 pm »
La Roma per ora sta andando avanti anche un po' a culo. Se regge il culo, o se iniziano a non averne bisogno, potranno lottare per i piani alti.

Della tua Roma cosa ne pensi? Io ancora non riesco a capirla.

La Roma, al momento, sta facendo molto bene grazie ad uno stato di grazia di alcuni singoli elementi (sei nomi su tutti: Abraham, El Shaarawy, Mxit'aryan, Pellegrini, Rui Patricio e Veretout), che stanno tramutando in oro tutto quello che toccano (nonostante la relazione profonda e intima tra il centravanti inglese e i pali e l'egoismo sotto porta di Pellegrini, nel secondo tempo dell'ultima sfida contro il Sassuolo). Appena anche Zaniolo tornerà ad abituarsi al ritmo partita e al pieno controllo della connessione tra mente e corpo, Mourinho potrà contare su una batteria offensiva spaventosa. I maggiori problemi, semmai, nascono dal fatto che Karsdorp agisce ormai quasi esclusivamente da esterno offensivo "di supporto" e fatica a coprire l'intera fascia nelle transizioni negative, generando a cascata problemi di copertura anche per Mancini, che in questo inizio di stagione si è trovato spesso scoperto sul proprio fianco destro e preso in mezzo tra esterno avversario e taglio alle spalle del centravanti, oppure inserimento di un centrocampista: ad esempio, il gol del pareggio del Sassuolo di domenica scorsa è stato originato proprio da una situazione del genere, così come del resto almeno due delle colossali occasioni create dalle accelerazioni di Boga. Probabilmente, l'olandese deve ancora (ri-)abituarsi ad agire da terzino di una difesa a quattro e non, come lo scorso anno, come quinto di centrocampo, coperto dunque da un reparto arretrato disposto a tre. Oltre a tutto ciò, ad oggi la tenuta difensiva giallorossa sta pagando molto la totale ed inquietante incapacità palesata da Viña nel difendere in uno contro uno dentro l'area di rigore: il modo in cui è stato scherzato da Bonaventura nella partita inaugurale di questo Campionato e da Berardi (in due occasioni, da cui sono nati altrettanti gol, anche se uno fortunatamente annullato per fuorigioco iniziale) domenica scorsa è stato imbarazzante.

Grandi possibilità realizzative, ma molto incerta a livello difensivo.
Siccome parlavi dell'Inter, presumo, tenderei a non concordare affatto con quest'affermazione: il reparto arretrato nerazzurro rimane d'élite perfino per il massimo livello europeo (basta vedere la prestazione di Škriniar di due giorni fa, contro il Real Madrid), figuriamoci per l'Italia. Senza considerare che i due quinti di centrocampo titolari (ossia Darmian e Dimarco, in attesa di capire se Dumfries può scalare rapidamente le gerarchie) hanno caratteristiche maggiormente difensive, "nascendo" di fatto come terzini.

Allegri (...) ha bisogno di gente in grado di giocare il pallone e di segnare.
Allegri ha un bisogno assoluto di giocatori che sappiano risalire il campo, "trascinando" proprio fisicamente la palla dalla propria trequarti fino a quella avversaria, oppure attraverso le connessioni verticali tra centrocampo e attacco. E con giocatori come Alex Sandro, Chiesa, Cuadrado, Danilo, Kulusevski, McKennie (bravissimo a inserirsi senza palla) Morata e Rabiot, ossia tutta gente che a campo aperto diventa devastante, direi che il materiale umano con queste specifiche caratteristiche tecniche non gli manca proprio. Come sempre, però, gli ci vorrà del tempo per plasmare tutta questa abbondanza e restituirle una forma definita e funzionale.

P. S. Detto ciò, la Juventus a Gennaio deve assolutamente tornare sul mercato e comprare un portiere titolare.

A Gennaio cacciano Ramsey, prendono Icardi e vincono il Campionato.
Per caratteristiche tecniche, Icardi mi sembra tanto il tipico profilo che NON serve assolutamente, alla Juventus di Allegri: un centravanti statico che considera l'area di rigore avversaria quale proprio habitat naturale faticherebbe a permettere quella risalita rapida del pallone, che ogni squadra iper-reattiva deve ricercare, per rendersi pericolosa. Ad oggi, ai bianconeri, più che Icardi, servirebbe un Silvestri.

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Serie A / Re:IL CAMPIONATO DELLE ALTRE SQUADRE
« il: Settembre 13, 2021, 01:29:00 pm »
Impossibile dare giudizi, se non totalmente parziali, su questo inizio di Serie A. L'Atalanta, proprio per come è sviluppato il suo impianto tattico, riesce a trasformarsi in schiacciasassi quando entra nel periodo di zenit della propria forma atletica e, di conseguenza, riesce a imporre ritmi difficilmente sostenibili per gli avversari, perlomeno in Italia. Dunque, il fatto che quest'anno sia partita così a rilento (quattro punti in tre partite, che, senza il gol di Piccoli negli ultimi sgoccioli della prima giornata, sarebbero stati due) non è dimostrazione di nulla: anche la scorsa stagione, nonostante l'en plein delle prime tre partite di Campionato, s'imbatté, subito dopo, in una parentesi negativa, collezionando soli cinque punti nelle successive sei. Le squadre di Sarri, inoltre, è normale che paghino un periodo di apprendistato iniziale, quando l'allenatore toscano s'insedia in panchina, data la "rivoluzione Copernichiana" che spesso si è trovato costretto a mettere in atto. Con la Juventus questo non accadde, in quanto allo stesso Sarri non fu consentita la possibilità di alcun stravolgimento radicale della metodologia lavorativa, però già il Napoli, nella stagione 2015/16, passò una fase iniziale di rodaggio, prima di automatizzare tutte le situazioni di gioco e trasformarsi, da lì in poi, in un rullo compressore. Infine, non è un'anomalia statistica nemmeno la partenza "ad handicap" delle squadre di Allegri, anche se per ragioni diametralmente opposte a quelle di Sarri: in questo caso, l'ex-allenatore di Cagliari e Milan, maestro nel plasmare i suoi principi di gioco in direzione "bottom up", si prende sempre un periodo di tempo inziale per sperimentare e cercare di capire quali ruoli e quali compiti tattici possano far rendere al massimo gli elementi effettivi delle sue rose (basta citare l'invenzione di Mandžukić dirottato sulla fascia e trasformato in esterno offensivo). Nota conclusiva sull'Inter: nonostante le partenze eccellenti di quest'estate, la rosa nerazzurra rimane comunque di un livello altissimo e il fatto che sia stato scelto, per il dopo Conte, un allenatore che non avesse bisogno di attuare mutazioni profonde sul modulo di gioco (pur con le differenze evidenti tra i due, per quanto riguarda il SISTEMA di gioco, che è una cosa differente) garantisce quel minimo di continuità che ha aiutato a far sì che il passaggio di consegne fosse più dolce e meno traumatico. Del resto, stiamo parlando di una squadra che ha pur sempre sette punti in classifica e che ieri ha prodotto almeno altre tre nitide occasioni da gol, dopo il secondo pareggio blucerchiato. Principalmente, ieri l'Inter ha sofferto venti minuti (quelli iniziali del secondo tempo) di Bereszyński, che sembrava Cafu nel 2001, e di un Adrien Silva in versione Kanté.

Conte, che non è stupido, se n'è andato forse per questo.
C'è da dire che Conte, in passato, ha lasciato la Juventus nel 2014, subito prima che i bianconeri raggiungessero due finali di Champions in tre anni, oltre alla solita valanga di trofei nazionali, e il Chelsea nell'estate immediatamente antecedente alla stagione in cui i "Blues" sono tornati a vincere in Europa. Tutto questo per dire che il tempismo degli addii di Conte non sembra essere sempre così ben calibrato, dall'ex-allenatore anche della Nazionale.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 10, 2021, 06:46:12 pm »
Tutto questo moto da elastico che menzioni sul lavoro di Immobile in campo non l'ho visto (...).
E allora, perdonami, ma non hai visto molte partite della Lazio, nell'ultimo quinquennio. Oppure, l'hai fatto, ma molto distrattamente. Il set di movimenti e contromovimenti (quasi sempre a mezzaluna) sulla trequarti di Immobile è ormai un suo tratto caratteristico. L'elastico con cui oscilla costantemente tra il venire incontro alla palla e poi l'attacco immediato alla profondità direi che è quasi LA sua "signature move".

(...) è un goleador di rapina come lo era Pippo Inzaghi (...).
Ma dai, le uniche caratteristiche tecniche attive (intese, cioè, non come assenza di qualcosa) che Immobile condivide con Inzaghi sono la costante elettricità che emanano quando la palla si avvicina all'area di rigore avversaria, la capacità di saper trovare sempre l'angolo giusto per superare il portiere, anche dalle posizioni con pochissimo specchio di porta disponibile, e la coordinazione per il tiro: anzi, in quest'ultimo aspetto, si nasconde comunque una differenza sostanziale tra i due, dato che il centravanti della Lazio utilizza l'elasticità della sua muscolatura per colpire il pallone sempre nella maniera più efficace, mentre per Filippo Inzaghi, a volte, il suo corpo sembrava quasi più un ostacolo, tanto che non di rado, per anticipare il difensore e/o sorprendere il portiere, trovava soluzioni di tiro in cui era costretto ad accortacciarsi su sé stesso, oppure ad effettuare movimenti anti-convenzionali proprio dal punto di vista motorio (e per questo era considerato un giocatore anti-estetico). Ma finite queste similitudini, iniziano le tante ed enormi differenze: tanto per cominciare, Inzaghi non ha mai avuto la velocità nel lungo di Immobile, la sua potenza nel tiro o in progressione e nemmeno la tecnica balistica del 17 biancoceleste. Semmai, è sempre stato un attaccante più di lettura delle situazioni, agile in spazi stretti e reattivo quando si trattava di anticipare il difensore su una qualsiasi palla vagante.

Questa stagione viene per esempio sopportato da Milinković-Savić, Luis Alberto, Felipe Anderson e Zaccagni.
Beh, direi che lo sopporteranno ben volentieri :)

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 09, 2021, 08:50:31 pm »
Non cambierei mai un Toni con un Immobile, ma neppure con un Di Natale. Ti potrei rispondere che loro giocavano più per la squadra, ma poi ti metteresti a guardare su transfermarkt quanti "assist" hanno fatto.
Non lo farei mai, dato che la capacità di un calciatore di giocare per la squadra non si misura certo con il mero numero di assist. Tra l'altro, posso perfino concordare sul fatto che Di Natale e Toni giocassero maggiormente a supporto dei compagni, rispetto ad Immobile. Perlomeno se consideriamo in maniera diretta il "gioco per la squadra" (concetto molto ampio, che andrebbe sviscerato per bene, per non restare nel vago). Se invece si cercasse di allargare un po' di più lo sguardo e considerare anche il lavoro indiretto che Immobile fa per la propria squadra, ci si accorgerebbe di quanto il moto perpetuo dei suoi movimenti ad elastico allunghi le difese avversarie e, di conseguenza, crei quegli spazi sulla trequarti in cui giocatori come Milinković-Savić (o Correa, nell'ultima stagione) hanno banchettato per anni. Allo stesso modo, ci si renderebbe conto di quanto la minaccia continua del suo attacco alla profondità (fondamentale sempre più ricercato e in cui il numero 17 biancoceleste rimane un maestro) crei continue linee di passaggio che mandano in sollucchero specialisti del filtrante (specialmente quelli fra terzino e centrale) come Luis Alberto. Oppure, di come il suo lavoro instancabile in fase di pressing aiuti l'intero reparto arretrato laziale nella gestione delle fasi di non possesso (sotto questo aspetto, Belotti e Immobile sembrano davvero il riflesso l'uno dell'altro).

P. S. Quando voglio controllare le statistiche sportive, uso Opta: https://www.statsperform.com/opta/
Transfermarkt è ormai anacronistico.

Poi Immobile fa gol e sono le statistiche che lo dicono, però in Nazionale, con o senza Mancini, anche con un gioco più vicino a lui, ha spesso fallito (...).
Non è vero: con Ventura CT dell'Italia, Immobile ha fatto molto bene. Non a caso, è stato capocannoniere del girone degli Azzurri per le qualificazioni al Mondiale del 2018, segnando un gol in più degli spagnoli Diego Costa e Morata. E non era nemmeno rigorista, altrimenti avrebbe potuto tranquillamente attentare alla doppia cifra di realizzazioni e issarsi al quarto posto assoluto della competizione UEFA (dietro solamente a Lewandowski, Cristiano Ronaldo e Lukaku).

P. S. L'unica parentesi in cui Immobile ha davvero rappresentato un elemento secondario della Nazionale, è stato durante il biennio di Conte. Le motivazioni le ho già ipotizzate in un post precedente e, riassumento, credo che derivino dalla sua scelta di lasciare, proprio in quel periodo, la "comfort zone" della Serie A per provare il salto all'estero. E se perlomeno la decisione di accettare l'offerta del Borussia Dortmund aveva un suo senso logico (il club oronero da oltre una decade pratica un Calcio perfettamente incline alle caratteristiche tecniche di Immobile), la scelta di tentare l'avvenura con il Siviglia (squadra che, al contrario, da anni predica un gioco di posizione quasi integralista, nella sua applicazione), invece, è stata decisamente poco lungimirante.

Lui ama stare laggiù, in profondità, e non attacca in maniera moderna (...).
Che intendi con questa frase? Il fatto che Immobile non viene a cucire il gioco sulla trequarti, dialogando con i compagni nello stretto per manipolare con il possesso la struttura difensiva avversaria? Beh, allora nemmeno Vlahović lo fa, questo lavoro. Ma neanche Håland (che sarebbe l'evoluzione 2.0 creata in laboratorio del prototipo beta, rappresentato appunto da Immobile), se è per questo.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 09, 2021, 05:28:41 pm »
No, nel club fa gol (alle piccole, soprattutto) (...).
Da quando è alla Lazio, Immobile ha segnato quattro volte all'Atalanta, tre all'Inter, cinque alla Juventus, sette al Milan, sei al Napoli e altrettante alla Roma.

(...) in Nazionale ben poco, là si parla di pive nel sacco continue.
Posto che sono il primo a riconoscere che la freddezza sotto porta di Immobile, quando indossa la maglia Azzurra, cali drasticamente, rispetto alle sue performance nei club, vorrei ricordare che, in Nazionale, il centravanti della Lazio ha segnato solamente un gol in meno di Toni, quattro in meno di Gilardino e quattro in più di Di Natale, giusto per rimanere ai giocatori da te elencati in precedenza. Morale della favola: a fine carriera, Immobile avrà superato tutti e tre i suoi pariruolo appena citati.

(...) per me, ha segnato troppo per il tipo di giocatore che è.
Questa frase è la più chiara rappresentazione del termine "sottovalutare", inteso proprio in senso letterale.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 09, 2021, 02:41:01 pm »
Contento che stravedi per questo giocatore. Io no, per esempio.
Il punto non è sapere chi stravede per cosa, ma semplicemente saper analizzare con oggettività la realtà dei fatti e, soprattutto, dei numeri. Ammettere che Immobile non ti piace, come tipologia di giocatore, è pacifico e «de gustibus non disputandum est» (posto che poi affermi di ammirare Vlahović, che, come caratteristiche tecniche, è più simile a Immobile di quello che pensi). Viceversa, affermare che il centravanti della Lazio sia un giocatore che non segna molto o che, addirittura, dieci anni fa non avrebbe giocato titolare in Serie A (laddove, in quell'epoca, giocavano titolari attaccanti ben più scadenti e dalla carriera decisamente modesta) è un falso.

Parlavo dei goal fatti nel campionato scorso, se ne ha fatti 25 per me è come ne avesse fatti anche di più, in quanto per un giocatore del genere ha dell'incredibile.
E pensa che, da quando è approdato alla Lazio, ha superato la barriera dei venti gol stagionali quattro volte su cinque (nel 2018/19 si è "fermato" a 19). Ampiando il discorso, nelle ultime sei stagioni complete che ha disputato in Serie A (cinque con la Lazio ed una con il Torino), è risultato capocannoniere del torneo per ben tre volte (praticamente una su due). Ha eguagliato il record della Serie A di maggior numero di reti realizzate in un singolo Campionato italiano. Infine, detiene tutt'oggi la seconda miglior media-gol della massima serie nostrana (prendendo in considerazione i primi cento marcatori del torneo). Dunque il suo score dell'annata passata non può essere considerato un caso. Semmai, forse sono le tue supposizioni su di lui (basate, a mio personalissimo avviso, su un forte pregiudizio dettato dal gusto personale) ad essere fallaci.

Comunque chi vuole si può appassionare alle gesta di Immobile. Altri, tipo me, seguiranno quelle di Vlahović.
Non è che una cosa esclude l'altra, eh (anche perché, come già ho detto più su, le caratteristiche tecniche di Immobile e di Vlahović sono molto più simili di quanto credi). Ad esempio, a me fa impazzire Mbappé, ma non è che per questo non posso ammirare Håland. Nel Calcio (così come nella vita) tendo a non essere così drasticamente manicheo, non ne vedo il motivo.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 09, 2021, 01:22:27 pm »
Secondo te Immobile questa stagione ne fa 25?
Non ne ho idea, ma se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo sulla buona strada. Di certo, la partenza di Caicedo e Correa e la loro mancata sostituzione sul mercato costringerà Immobile a fare anche gli straordinari: conseguenza di ciò, sarà ovviamente il minutaggio più alto e, dunque, un più ampio numero di occasioni per gonfiare il suo bottino personale. D'altro canto, il rischio che dovrà assolutamente evitare Sarri sarà quello di spompare il suo attuale capitano, pertanto mi aspetto che, perlomeno nei gironi di Europa League e salvo complicazioni dei risultati, il numero 17 biancoceleste avrà modo di riposare e mantenere pertanto maggior lucidità e freschezza atletica nelle fasi cruciali della stagione.

P. S. Ad ogni modo, dato che non voglio bypassare la tua domanda, rispondo dicendo che, a mio avviso, anche quest'anno Immobile non scenderà al di sotto della soglia dei 18 gol complessivi stagionali e in Campionato metterà a referto sicuramente non meno di quindici reti.

Poi ho scritto che ha segnato nel passato, non nel passato remoto. Infatti 25 li ha fatti nel campionato passato (...).
E vabbè, grazie: c'era l'estate di mezzo, quando avrebbe dovuto segnare? Con questa logica, allora anche Mbappé ha segnato oltre quaranta gol stagionali «nel passato» (ossia, fino a tre/quattro mesi fa), dato che poi, tra la fine dell'Europeo e l'inizio dell'annata attuale, non si sono disputati incontri ufficiali.

Ricordo inoltre che dieci anni fa, oltre ai vari Matri e compagnia, c'erano di contro anche i vari Toni, Gilardino e Di Natale.
E quindi? Questo presuppone che Immobile, dieci anni fa, non avrebbe giocato titolare, in Serie A? Mah, continuo a non capire, perdonami. L'Immobile attuale, se avesse giocato una decade fa in una qualsiasi squadra italiana (o quasi) del massimo Campionato, avrebbe continuato a fare quello che del resto fa ancora oggi, ossia abbattersi senza tregua, né pietà, sulle difese avversarie.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 09, 2021, 11:25:53 am »
Che Immobile abbia fatto goal in campionato a grappoli e pure in Champions è ovvio come il sole, ma si parla del passato, nonostante sia giovane si è già auto-ridimensionato.
Quale passato? Ha terminato la stagione scorsa con 25 gol complessivi, di cui cinque in Champions (lo stesso score finale di Lewandowski e Messi). Ha concluso il Campionato 2020/21 come quinto miglior marcatore assoluto (quarto, se escludiamo nel novero i rigori. Del resto, senza conteggiare i tiri dal dischetto, ha segnato un gol in più di Vlahović e due soli in meno di Lukaku, nel torneo). Ma soprattutto, ha iniziato questa stagione siglando quattro gol in due partite. E' un tornado, altro che "auto-ridimensionato".

Ieri sera invece si è visto un attaccante moderno che fa mille cose come Kean, il quale (...) ha qualità importanti e non si vergogna né di fare da sponda, né delle sportellate: dinanzi ad un ragazzo del genere, la punta della Lazio letteralmente sparisce (...).
Stiamo parlando di un giocatore da oltre 160 gol complessivi negli ultimi cinque anni, nonché fresco Campione d'Europa con l'Italia (di cui è titolare inamovibile) con un ragazzo che ha superato da poco le trenta reti in carriera e che si affaccia alle prime esperienze in Nazionale. Per carità, paragonare calciatori con dieci anni di differenza ha poco senso, però prima di dire che Immobile addirittura «sparisce» di fronte a Kean, magari sarebbe meglio aspettare un attimo. Ad oggi, tra i due non c'è confronto, i numeri (e non solo) parlano chiaro.

Kokorin si dice carico (...).
L'importante è che sia carico lui e non il suo Kalashnikov.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 08, 2021, 08:31:25 pm »
Dice che è scarso, che segna solo su rigore (...).
Generalmente, tutto è opinabile, tranne i freddi numeri oggettivi: da quando è alla Lazio, Immobile ha segnato in Serie A il 27,64% (34 su 123 complessivi) dei suoi gol su calcio di rigore. Una percentuale praticamente identica (anzi, perfino inferiore) a quella di Totti (28,4%), se è per questo (dillo, al tuo amico romanista, quando ti ripeterà la frase che mi hai riportato e che ho evidenziato). Ma al di là di tutto, questi numeri dimostrano incofutabilmente che affermare che Immobile segna solo su rigore è, molto semplicemente, un falso.

Dice che è scarso, (...) che segna solo nel finale delle gare.
Non ho statistiche sotto mano utili per confutare anche quest'asserzione, né mi va di andarle a ricercare, ma mi sento di poter dire che pure quest'ipotesi sia totalmente non veritiera e che la percentuale di reti segnate da Immobile negli ultimi dieci minuti di gara (recupero compreso) sia perfino inferiore a quella dei gol su rigore. Detto ciò, anche ammesso e non concesso che sia vero, non vedo cosa ci sia di male in una simile "specialità". Anzi, in NBA la capacità di portare punti e di segnare nei cosidetti "clutch moments" (ossia gli ultimi cinque minuti dei tempi regolamentari delle partite, con le due squadre divise da meno di cinque punti, più gli overtime) è considerato un plus. Quasi un "must have", per i giocatori che ambiscono a far parte dell'élite della Lega.

In Nazionale mi fa bestemmiare perché a volte sbaglia anche l'ovvio, ma, come ho già detto, non si può non notare che gioca in un modo non congeniale al suo stile di gioco. Molto spalle alla porta, con un centrocampo che non verticalizza mai, ma che cerca sempre e solo il gioco sulle fasce. Tra l'altro, i due compagni d'attacco giocano a piede invertito e quindi spesso tendono più a concludere che a cercare di servire, e bene, la punta. In questa squadra io ci vedrei meglio una punta di un altro genere, anche se scarsa (perché non ne abbiamo di forti). Un Petagna, un Pavoletti, gente di questo tipo, gente che fa a sportellate con i difensori e che crea spazi agli esterni che spesso cercano la conclusione. Immobile con Mancini non c'entra nulla.
A mio personalissimo avviso, Pavoletti e Petagna sarebbero ancor più disfunzionali, per il gioco della Nazionale di Mancini, considerando la loro totale inadeguatezza a giocare a parete con compagni tecnicamente dieci volte più dotati di loro. Pavoletti, in particolare, si è già messo alla prova, in passato, in una squadra che praticava religiosamente il Calcio di posizione (ossia il Napoli di Sarri) ed ha miseramente fallito. Resto convinto che (almeno) un attaccante tagliato dal sarto per ricoprire il ruolo di centravanti in quest'Italia ci sia: parlo di Raspadori. Purtroppo, però, trattasi di un elemento ancora troppo acerbo, per sperare che diventi titolare a breve. Tanto varrebbe, allora, provare a fare il passo successivo e sperimentare l'opzione del falso nove, arma tattica che s'incasterebbe alla perfezione con questa Nazionale. Tuttavia, capisco che Mancini non se la senta di lasciare in panchina due giocatori da oltre 250 gol complessivi in Serie A. Del resto, ad oggi, Immobile DEVE giocare titolare, perché con lui in campo il livello di pericolosità offensiva aumenta esponenzialmente e, soprattutto, perché per lasciare spazio a lui non è che dobbiamo sacrificare Lewandowski.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 08, 2021, 01:14:38 pm »
Belotti e Immobile sono giocatori che anche solo dieci anni fa avrebbero fatto fatica a trovare un posto da titolari in A.
Dieci anni fa giocavano stabilmente titolari in Serie A i vari Caracciolo, Floccari, Floro Flores, Matri (che al termine della stagione 2010/11 arrivò perfino a quota venti gol in Campionato), etc. Oltre a un Di Vaio 35enne e a chissà quanti altri che al momento sto dimenticando. Fatico davvero molto a credere che Immobile (che ad oggi rimane il calciatore con la seconda media-gol più alta, dietro solo a Gunnar Nordahl, della Storia della Serie A, se si prendono in considerazione i primi venti marcatori in assoluto del torneo. Quinto, se si conteggiano invece i primi cento) non avrebbe giocato nemmeno titolare.

Immobile è un Pippo Inzaghi 2, quindi goleador di rapina (...).
Le caratteristiche tecniche di Immobile e Inzaghi sono quasi agli antipodi. Uno dei pochissimi aspetti che potrebbe effettivamente accomunarli, è la mancanza di raffinatezza nel gioco di sponda spalle alla porta. Ma poi stop. Proprio categorie di giocatori diametralmente opposte, o poco ci manca.

Immobile, il Gallo (...), neppure prima questi "campioni" svettavano in goal a grappoli.
Ma dici in Nazionale? Immobile ha segnato un solo gol in meno di Toni, con la maglia azzurra. Ed ha ancora diversi anni di carriera davanti a sé, per superarlo (cosa che presumibilmente farà già entro la fine del 2021, infortuni permettendo). Belotti, dal canto suo, ne ha segnati quattro in meno dell'ex-centravanti, tra le altre, di Brescia, Palermo, Fiorentina, Bayern Monaco e Roma, ma con otto presenze in meno e diverse apparizioni da subentrato.

Nel club sono riusciti a fare diversi goal, ma quando il target degli avversari si alza non mi pare che Immobile sia più letale, anzi, è l'inverso.
Che un giocatore sia meno "letale" quando il livello si alza, è normale. Direi quasi scontato e tautologico. Detto ciò, Immobile la scorsa stagione ha segnato cinque gol in altrettante partite di Champions League, mettendo a ferro e fuoco la difesa del Borussia Dortmund all'esordio. Non mi pare lo score di un giocatore che sparisce dai radar quando il livello si alza, sinceramente.

(...) purtroppo italiani capaci di segnare sono ormai pochissimi e nessuno sa dribblare l'avversario.
Non che il dribbling sia una delle specialità di Vlahović, del resto.

Si, ma tocca capire quanto dipende dalla punta e quanto dipende da un gioco che non si adatta alla punta.
Oh, finalmente si sta andando a toccare il nervo (scoperto) della questione. Molto semplicemente, Immobile fa parte di quella tipologia di giocatori che, per rendere al massimo, ha bisogno di molto campo davanti a sé da divorare (sia in progressione con la palla, che senza) e di spazio dietro la difesa da attaccare con costanza, per abbassare le linee arretrate avversarie. In breve, il suo habitat naturale è quello che lo vede come punto di riferimento offensivo di una squadra reattiva, o comunque che invita ben volentieri gli avversari al possesso e che, per ripartire, sa affidarsi a rapide transizioni attive. La Lazio di Simone Inzaghi, sotto questo punto di vista, rappresentava l'ambiente ideale, per Immobile. Discorso diverso per quanto riguarda la Nazionale italiana di Mancini, fortemente proattiva e che utilizza l'arma del possesso, per scardinare le difese avversarie: in questo contesto, è ovvio che un giocatore come Immobile faccia più fatica, specialmente considerando che la semi-totalità della fase di finalizzazione è demandata agli esterni offensivi, che per vocazione sono quasi tutti portati a rientrare dentro il campo (soprattutto quando giocano a piede invertito, come spesso succede a Berardi e Insigne) e cercare le combinazioni veloci con il gioco a parete della punta (aspetto su cui Immobile, come detto in precedenza, farà sempre fatica) per andare al tiro.

P. S. La vera "sfortuna" della carriera di Immobile con la Nazionale è rappresentata dal tempismo atroce della sua parentesi negativa a Dortmund e, soprattutto, a Siviglia: in quel biennio, Conte si era stanziato sulla panchina azzurra e il gioco che proponeva sarebbe stato perfetto per l'attuale centravanti della Lazio. Invece, complici le sue pessime esperienze estere, gli è stato preferito Pellé. In seguito, avrebbe potuto rilanciarsi con Ventura, uno dei suoi mentori (forse quello che più lo ha saputo valorizzare, insieme a Zeman, prima del suo arrivo alla Lazio), ma, in quella circostanza, ha perso terreno nei confronti di Belotti, reduce da una stagione (la 2016/17) per lui esaltante, perlomeno in termini realizzativi.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Settembre 05, 2021, 08:20:59 pm »
Bonaventura - Torreira - Duncan.

Credo sia il migliore assetto schierabile al momento (...).
A mio avviso, tempo qualche settimana (al massimo un paio di mesi di rodaggio) e il centrocampo a tre della Fiorentina sarà composto da Castrovilli, Maleh e Torreira in mezzo come unico possessore della valigia con i codici del gioco. In particolare, l'ex-giocatore del Venezia può contribuire a fornire dinamismo e moto perpetuo senza palla: per le caratteristiche tecniche in suo possesso, può tranquillamente diventare il Pobega della Fiorentina. In più, lui e Castrovilli al momento sono gli unici centrocampisti in rosa (insieme a Bonaventura) capaci di andare a trovarsi gli spazi e fornire linee di passaggio pulite dietro la pressione avversaria, e questo per il Calcio di Italiano è vitale. Quello della mancanza di filtro a centrocampo, poi, sarebbe un falso problema: l'equilibrio difensivo ricercato dall'ex-allenatore dello Spezia è consequenziale alla riaggressione immediata del pallone e alla pressione in avanti. E su questi aspetti, Maleh e Torreira sono tra gli interpreti migliori dell'organico viola. Tra l'altro, l'italo-marocchino è decisamente sottovalutato anche per quanto riguarda le transizioni negative, ossia uno degli aspetti di gioco più importanti, per una squadra che difende portando molti elementi sopra la linea della palla e che punta a difendersi pressando in avanti (e che, di conseguenza, accetta il rischio che la propria prima linea di pressione venga saltata dalla costruzione avversaria).

P. S. Certo, se Amrabat tornasse ai livelli di Verona (e che a Firenze, ad oggi, ha fatto intravedere troppo a sprazzi e solo in una stagione), sarebbe tutto un altro paio di maniche.

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Mercato / Re:MERCATO ESTIVO 2021
« il: Settembre 04, 2021, 04:20:00 pm »
Il punto non è dove è ubicato l'Egitto, ma chi sono quelli che lo abitano.
Ah ok, quindi possiamo confermare che l'Egitto è effettivamente un Paese nordafricano (chi l'avrebbe mai detto), però i suoi abitanti no. Un po' come dire che il Brasile è uno Stato sudamericano, ma i brasiliani no. Tutto torna, in effetti.

Comunque se per te Salah è nordafricano a me va bene.
Non "per me", io non sono nessuno. Semmai, secondo enciclopedisti, giornalisti e perfino esponenti del Governo svizzero. Ma, ripeto, stiamo tutti sbagliando, ne prendo atto.

Però dillo anche a lui, perché se è nella media degli abitanti del suo Paese, non sarà molto convinto della tua affermazione.
Falso anche questo, come confermato dall'articolo di Mediterranea, inoltrato stamattina da Sololaviola. Senza considerare il fatto che, lo ripeto per la ventesima volta, il Nordafrica non è uno stato d'animo, ma un'area geografica: ossia, una persona non è che può svegliarsi la mattina e decidere se essere africano, americano o asiatico, in base a come si sente dentro in quel momento. Anche molti abitanti del Nord-Italia (e non solo) non si sentono italiani, ma resta il fatto che la loro nazionalità sempre quella rimane.

Mi pare che nella discussione ti stia un filino accartocciando.
Io, eh?

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