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Post - Gabriel_Omar

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 14, 2022, 10:36:37 am »
Mi permetto anche io di buttare giù una possibile versione della Fiorentina 2022/23, ovviamente sempre targata Italiano:

Vicario (Terracciano)

Tavernier (Venuti) - Østigård (Dragović) - Igor (Vanheusden) - Biraghi (Lykogiannīs)

Veretout (Żurkowski/Bonaventura) - Torreira (S. Ricci) - Götze (Maleh/Castrovilli)

Ikoné (Verde) - Milik (Arnautović) - González (Wenderson Galeno).

Per quanto riguarda le cessioni, trovo sia ormai necessario per la Viola monetizzare il più possibile e al più presto dai pur ottimi Amrabat e Drągowski, per incompatibilità tecniche e tattiche con il Calcio proposto da Italiano, su Milenković per questioni contrattuali e su Kouamé per lucrare sull'ottima stagione da cui è reduce, oltre che sui vari Benassi, Duncan, Martínez Quarta, Pulgar e compagnia cantante, dato che trattansi di buoni comprimari (nel migliore dei casi. Mezzi giocatori, nel peggiore), totalmente inutili per una squadra che punta a fare strada in Europa e a confermarsi tra le prime sei/sette in Serie A. Nota finale su Arthur Cabral: tenerlo come riserva di un centravanti titolare, potrebbe portare a un decremento del suo valore, oltre che a una demoralizzazione per il ragazzo. La cosa migliore, a mio avviso, sarebbe quella di mandarlo a giocare in prestito, possibilmente in contesti più "probanti" del Campionato svizzero.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 10, 2022, 07:28:30 pm »
Ecco, di tanti nomi fatti nei giorni scorsi, anche in questo stesso thread, Milik sarebbe l'unico (tra quelli realistici, dunque Suárez nemmeno lo considero) che potrebbe davvero far voltare definitivamente pagina alla Fiorentina, per il dopo Vlahović. Arnautović e Shomurodov rappresenterebbero, al limite, delle buone riserve del titolare, così come Arthur Cabral, ma nulla di più.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 08, 2022, 11:55:19 am »
(...) un allenatore che subentra ad un altro non trova sempre una squadra già fatta e spesso pure male?
Sì, certo. E, infatti, spesso e volentieri le società, per sostituire un allenatore esonerato a stagione ormai iniziata, scelgono profili che sappiano adattarsi al materiale a disposizione (a volte veri e propri "traghettatori", per quanto questo sia uno dei termini più antipatici del glossario calcistico italiano), non tecnici con un sistema di gioco chiaro, incontrovertibile e con dogmi scolpiti sulla nuda pietra. Comunque sai, ho capito il tuo punto di vista e, in parte, ammetto che lo condivido pure.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 08, 2022, 10:30:21 am »
Quindi hai ribadito ciò che avevo già scritto io. L'allenatore, alle nostre latitudini, chiede i giocatori per chiudere determinati ruoli ed i dirigenti gli porgono davanti una rosa di nomi scelti da loro stessi su cui l'allenatore può dare solo la sua preferenza che spesso non è vincolante.
Può essere. Avevo invece capito che, secondo te, una società seria avrebbe dovuto cominciare a fare il mercato e chiudere le operazioni iniziali PRIMA ancora di sapere quale sarebbe stato il nuovo allenatore: ecco, su quest'ultimo punto ero in totale disaccordo. Un allenatore dovrebbe sempre avere voce in capitolo in merito alla tipologia di giocatori che servono per portare avanti il tipo di Calcio che ha in mente. Le prese di posizione "bottom up" funzionano solo ed esclusivamente all'interno di contesti fortemente strutturati e con una cultura radicata da generazioni. E, proprio per questo motivo, rappresentano sempre l'eccezione, non la regola.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 08, 2022, 10:21:19 am »
Non sono d’accordo che non sappia giocare in verticale anzi: al Verona, ed in parte lo si è visto anche quest’anno, una delle sue migliore caratteristiche è stata quella di prendere palla ed andare via in progressione eludendo il pressing avversario con finte di corpo sia da fermo che in velocità.
Sì, ma un conto è farlo fronte alla porta avversaria (e, dunque, in un ruolo di mediana di un centrocampo a due, o proprio come mezzala di uno a tre), mentre un altro è doverlo fare di spalle all'avversario che viene a pressare alto la prima costruzione. Anche Veretout, per dire, come "traghettatore" di palla da una metà campo all'altra è un motorino instancabile, però, da regista puro, ha combinato diversi disastri. Ecco, per capacità di resistere alla pressione dopo aver ricevuto il passaggio d'apertura con il corpo rivolto verso la propria porta, Amrabat non darà mai le garanzie di uno specialista del mestiere (gente come Arthur Melo, Lobotka, Maxime Lopez, oppure lo stesso Torreira, ma anche un Sérgio Oliveira, o i vari Anguissa e Kessié: insomma, giocatori che, pur con l'uomo addosso, non si fanno sradicare il pallone e, anzi, ricercano la pressione avversaria proprio per liberare spazio alle loro spalle), non fosse altro per il primo controllo difettoso.

D’accordo, ma lo stesso discorso vale, quantomeno in parte, per Torreira. L’uruguaiano è uno che gioca meglio a due tocchi, ma non ha nelle corde chissà quale gioco verticale (...).
I "due tocchi" di Torreira però non sono mai banali e servono quasi sempre per giocare a parete con il terzo uomo (spesso e volentieri, uno dei due difensori centrali), senza far perdere ritmo alla circolazione di palla, e trovare l'uomo libero alle spalle della pressione avversaria. Contro squadre che, invece, rinunciano al pressing, il gioco corto di Torreira è fondamentale per la ricerca costante della "diagonalità", un altro dei princìpi cardine del gioco di Italiano. L'uruguaiano, a differenza di Amrabat, ha la padronanza tecnica, il baricentro basso e anche la "tigna" per resistere all'avversario che prova a sradicargli il pallone di dosso, o quantomeno a impedirgli di girarsi per far progredire l'azione. E comunque, anche una volta che questa si sviluppa a ridosso della trequarti avversaria, l'importanza di Torreira si manifesta nei suoi inserimenti in area con i tempi giusti e nelle marcature preventive in caso di perdita del possesso, dove la sua capacità di accorciare e di difendere proattivamente (specialmente sul lato di González, il giocatore della Fiorentina che ha perso mediamente più palloni, nell'ultima stagione), ha permesso ai Viola non solo di recuperare la sfera in zone alte del campo, ma anche di evitare moltissimi contropiedi avversari, che avrebbero potuto rivelarsi letali, dato che Italiano vuole molti uomini sopra la linea della palla.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 08, 2022, 09:49:05 am »
Nella Serie A nessun allenatore o quasi fa mercato (...).
Certo che no, nel senso che nessun allenatore si mette a imbastire trattative, contattare procuratori, preparare contratti o redigere un budget finanziario. Però, quantomeno nei maggiori club italiani, ogni allenatore ha comunque voce in capitolo sulla tipologia di profilo ricercato (concetto che va ben al di là dell'idea secondo la quale "se gioco con il 4-3-3, mi servono due terzini e due mezzali titolari". La questione è un bel po' più complessa di così, lo ripeto) e, in molti casi, ha l'ultima parola sul candidato ideale, magari scegliendolo da una rosa di nomi proposti dal DS di turno. E quasi sempre, comunque, almeno un paio di giocatori che già conosce e con cui ha già lavorato in passato vengono presi proprio su sua indicazione (i vari Abraham e Matić per la Roma, Caicedo e Correa per l'Inter, Hysaj e Pedro per la Lazio, Juan Jesus al Napoli, Saponara per la Fiorentina, etc. Perfino Bennacer e Krunić fanno oggi parte della rosa del Milan perché, nel 2019, li volle Giampaolo in rossonero). Forse, solo Pioli e Gasperini hanno lavorato (ed egregiamente, se è per questo) senza metter mai bocca sui nomi del mercato di Milan ed Atalanta, anche perché parliamo di due società che, sotto questo punto di vista, operano con un metodo lavorativo alquanto particolare e specifico.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 07, 2022, 10:03:18 am »
Scelgo Gollini perché con l'Empoli, proprietaria del cartellino di Vicario (...) noi non riusciamo a concludere un affare.
Beh, dai, mica è del tutto vero: al di là delle delusioni legate ai nomi di Laurini e Rasmussen, mi sembra che Saponara (nel 2017) e Terracciano abbiano rappresentato, al contrario, dei buoni acquisti. Comunque sia, dall'Empoli sono spesso arrivati ai Viola ottimi portieri, considerando anche Drągowski (che era in prestito, certo, ma ad ogni modo è stato valorizzato in quella mezza stagione passata sotto gli ordini di Andreazzoli): perché spezzare proprio ora la tradizione?

Terzino va bene anche Dodô, ma se Molina costa venti milioni non credo che Dodô ce lo diano a meno, a meno che non ce lo prestino (...).
Non ne facevo una questione prettamente economica, bensì mi riferivo più al fatto che Molina sembra essere davvero ad un passo dall'Atlético Madrid. Comunque lo Šhachtar Donec'k storicamente non cede i suoi gioielli in prestito, quindi, per acquistare Dodô, servirà un tesoretto non indifferente: sicuri che, a questo punto, per la Fiorentina non sia meglio puntare su un profilo come Stojanović (a proposito di Empoli)?

Centrocampista: non si riscatta Torreira regista affermato, per scommettere su Amrabat? Bene, allora mi aspetto un pezzo da novanta sui centrocampisti, facciano loro.
Capisco le aspettative, ma Isco e Tolisso rimangono comunque fuori gittata massima, per il mercato gigliato: in particolare, lo spagnolo vuole rimanere in Liga e, nello specifico, sembra molto vicino al Betis Siviglia. E su Tolisso il discorso è molto simile. Se proprio dobbiamo fare nomi di pezzi da novanta appetibili per i Viola, rimane molto più realistico quello di Mario Götze.

Pereyra esterno, certo che sì, in quella posizione si fa giocare Saponara, non vedo problemi.
Non ha molto senso cercare di colmare un equivoco tattico, sostituendolo con un altro. Pereyra nell'Udinese ha stabilmente giocato da mezzala di un centrocampo a cinque (sia con Guidolin, che nelle recenti stagioni). Con la maglia della Juventus era impiegato come vice-Vidal, mentre al Watford solo Marco Silva lo ha proposto come esterno offensivo. Ma al di là del suo curriculum, l'argentino non ha proprio il primo passo, né i numeri per giostrare stabilmente in quel ruolo. Alla Fiorentina, per il reparto d'attacco, servono innanzitutto giocatori che, prima di ogni altra cosa, sappiano garantire autonomamente una certa quantità di gol e assist.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 06, 2022, 05:55:15 pm »
Portiere: Gollini, Sirigu;
Terzino destro:  Molina, Dodô;
Terzino sinistro: Lykogiannīs;
Centrali difensivi: Vásquez, Cistana;
Regista: Torreira, Tolisso;
Centrocampisti: Isco, Marin;
Esterni: Pereyra, Nández;
Attaccanti: Arnautović, Cavani.
Mi permetto qualche commento sparso su questa rosa di nomi: capisco il nome di Gollini (in caso la Fiorentina non riuscisse ad arrivare a Vicario, che, a mio avviso, DEVE rimanere l'obiettivo numero uno della dirigenza gigliata), ma Sirigu è ormai in parabola discendente da un paio d'anni e, data l'età, non avrebbe senso nemmeno come investimento. Molina credo che sia ormai ad un passo dall'Atlético Madrid, mentre il brasiliano dello Šhachtar Donec'k rappresenterebbe un ottimo colpo e non farebbe pesare l'addio di Odriozola. Di Cistana sono anni che se ne parla bene, ma gli entusiasmi iniziali si sono molto raffreddati: del resto, parliamo pur sempre di un classe '97 che ha giocato una sola stagione in Serie A. Passando al centrocampo, Tolisso da regista mi convince pochino, ma comunque credo che sia un profilo ad oggi inarrivabile, per la Fiorentina, così come Isco e Cavani. Su Nández si scatenerà, molto probabilmente, un'asta, a cui parteciperà anche il Napoli, con la conseguenza inevitabile che il costo del cartellino si gonfierà. Marin non vedo quale valore aggiunto possa apportare al reparto viola, sarebbe solo un'altra pedina a disposizione di Italiano per un ruolo che però è già stra-coperto e, proprio in virtù di questa ragione, andrebbe sfoltito, non ingolfato. Pereyra potrebbe invece essere un buon acquisto, ma casomai come mezzala, non come esterno offensivo (ruolo che non ricopre con continuità dai tempi del River Plate). Chiosa finale su Lykogiannīs, Vásquez ed Arnautović, che mi sembrano tutti buonissime soluzioni per la Viola, ma per migliorare la competitività media della panchina, non certo come titolari designati.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 06, 2022, 11:52:44 am »
Un club che decide di impostare un certo tipo di calcio a prescindere dal nome dell'allenatore, cercherà sempre un mister che abbraccerà un certo tipo di gioco nel modulo e nell'impostazione dello stesso.
Certo che sì, ma non per questo avrebbe senso cominciare a fare il mercato PRIMA ancora di sapere chi dovrebbe essere il futuro allenatore. Ovvio che sia la società ad impostare una certa direzione, per quanto riguarda il tipo di Calcio che si vuole venga portato avanti dalla squadra. E, di conseguenza, anche la scelta dell'allenatore dovrebbe seguire questa logica. Tuttavia, imporre a quest'ultimo scelte di mercato già decise prima che si sia insediato sulla nuova panchina rimane, a mio avviso, un modus operandi irrazionale e controproducente. E, ripeto, gli esempi "storici" sono lì a dimostrarlo.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 06, 2022, 11:44:02 am »
Amrabat ha fatto una super stagione a Verona in un centrocampo a due come mediano.
Sì, ma il centrocampo a due non è un opzione percorribile (se non in situazioni residuali ed eccezionali), con Italiano. E, comunque sia, ai tempi in cui vestiva la maglia gialloblu, i compiti in fase di impostazione erano quasi integralmente delegati a Miguel Veloso, con Amrabat che agiva principalmente da guardia del corpo del portoghese.

Non ha gli inserimenti della mezzala e non ha quella qualità e quei tempi di gioco che di solito si richiedono ad un giocatore che gioca in quel ruolo.
Stesso motivo per cui, secondo me, schierato da regista a tempo pieno farebbe ancor più fatica. Già solo con il primo controllo "macchinoso" che si ritrova, rischierebbe di perdere un numero incalcolabile di palloni, nelle situazioni in cui gli si richiederebbe di ricevere il primo passaggio dalla difesa, spalle alla porta avversaria e con l'avversario in pressione. Ma poi il suo passing game è quasi totalmente orizzontale, mai diagonale: non a caso, in assenza di Torreira, i veri registi occulti della Fiorentina per la risalita del campo sono stati spesso e volentieri i terzini Odriozola e, soprattutto, Biraghi. Se non c'è possibilità di provare il marocchino da mezzala, allora tanto varrebbe, per la dirigenza gigliata, venderlo subito e reinvestire il tesoretto per un interprete "vero" del ruolo.

Motivo per cui non solo non è eresia farlo giocare in quel ruolo, ma nemmeno stupisce che possa essere preferito a Torreira.
Non scherziamo, l'importanza di Torreira per la Fiorentina di quest'ultima stagione, specialmente in fase di non possesso, è stata fondamentale e imprescindibile. L'uruguaiano, da solo, teneva in piedi il sistema di Italiano e permetteva ai viola di portare diversi giocatori sopra la linea della palla, minimizzando i rischi di transizione attiva degli avversari. Questo articolo analizza molto bene la centralità dell'ex-centrocampista di Pescara, Sampdoria, Arsenal e Atlético Madrid: https://www.ultimouomo.com/torreira-fiorentina-pressing-equilibrio/

Basti semplicemente guardare le mezzali che hanno Lazio e Roma, che ci sono arrivate davanti.
Sul fatto che il livello qualitativo delle mezzali della Fiorentina sia ancora inferiore, rispetto alle squadre che le si sono classificate davanti nell'ultimo Campionato, sono d'accordo. Però non dimentichiamo che le Lazio e Roma che hai citato, i vari Luis Alberto, Milinković-Savić e Pellegrini (discorso diverso per Mxit'aryan, che comunque ad oggi sembrerebbe molto vicino a lasciare Roma) se li sono "costruiti" e li hanno valorizzati in casa. Non li hanno dunque acquistati quand'erano già all'apice della loro carriera, anche perché, molto semplicemente, non se lo sarebbero potuto permettere. Ecco, a mio avviso, questo è il medesimo percorso virtuoso che dovrebbe intraprendere anche la Viola: Maleh e Żurkowski, per esempio, hanno già dimostrato potenzialità interessanti e sarebbe un peccato non provare a puntarci fin da subito.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 05, 2022, 12:02:01 pm »
Amrabat lo vedo meglio anch’io in un centrocampo a due, ma bisogna riconoscere che ben tre allenatori alla viola lo hanno fatto giocare in quel ruolo, dichiarando tutti più volte che è il ruolo più congeniale a lui.
Ed infatti l'Amrabat di Verona non si è più visto. Stiamo parlando di un giocatore che si esalta nei duelli e nei contrasti fisici e che ha bisogno di ampi spazi davanti a sé da attaccare. Nel centrocampo a tre di Italiano, sarebbe perfetto come mezzala. Forzarlo come centrale significa ingabbiarlo.

Inoltre Amrabat in quel ruolo quest’anno, soprattutto nella seconda parte di stagione, ha sfornato tante prestazioni di livello molto alto unite ad un certa continuità (...).
Ho visto alcune partite della Fiorentina, nel girone di ritorno, e Amrabat, in quel ruolo, mi sembra si sia sempre limitato al compitino, soprattutto nella gestione del pallone. La poca imprevedibilità della Fiorentina, specialmente contro squadre più chiuse, passa anche da forzature tattiche come questa. Tra l'altro, il regista di un centrocampo di Italiano ha ruoli fondamentali anche in fase di non possesso e non solo con la palla tra i piedi.

L’equivoco più grande a livello tecnico/tattico di questa stagione (...), è il non aver fornito delle mezzali adatte al gioco di Italiano.
Mah, non sono d'accordo. Amrabat, Bonaventura, Castrovilli e Maleh hanno caratteristiche adattissime al gioco di Italiano. L'ex-giocatore del Venezia, per esempio, per l'intelligenza nell'attaccare gli spazi (concetto cardine del Calcio dell'allenatore viola) e nel riempire l'area quando la manovra si sviluppa lateralmente, può tranquillamente diventare "il Pobega" della Fiorentina. Castrovilli, dal canto suo, con gli smarcamenti dietro la linea di pressione avversaria e la progressione palla al piede è un'altra tessera che s'incastra perfettamente nel puzzle tattico di Italiano. Riguardo la centralità di Bonaventura all'interno dello scacchiere della Fiorentina, poi, parlano i numeri. Se finalmente si togliesse il guinzaglio ad Amrabat, quello delle mezzali sarebbe davvero l'ultimo dei problemi, per l'ex-allenatore dello Spezia, al netto del grave infortunio occorso a Castrovilli (che, comunque, potrà tranquillamente essere sostituito da Żurkowski) e della necessità di sbarazzarsi dei vari Benassi, Duncan, Pulgar, etc. (tutta gente non adatta ad ambizioni di alta classifica). Gli equivoci tattici maggiori, su cui dovrà metter mano la dirigenza gigliata, riguardano invece principalmente il reparto offensivo e, più nello specifico, i ruoli ancora poco definiti di Ikoné e Kouame.

Insomma, servono delle mezzali forti e con più qualità, in linea con le idee dell’allenatore, che spesse volte ha preferito giocare con due mezzali più offensive. Con due mezzali più offensive però c’è il rischio (come si è in visto in parte anche quest’anno) di avere un centrocampo troppo leggero, ed è per questo che la scelta di Amrabat in quel ruolo potrebbe rivelarsi particolarmente azzeccata.
Nel Calcio predicato da Italiano, le mezzali devono saper leggere lo spazio davanti a sé e i tempi con cui attaccare e riempire l'area, capire come posizionarsi dietro la prima linea di pressione avversaria (non solo per creare linee di passaggio diagonali pulite, ma anche predisponendosi con il corpo per continuare a far circolare il pallone) e saper compensare i movimenti ad entrare dentro il campo degli esterni offensivi, allargandosi per dare ampiezza. Saper trovare giocatori universali che abbiano tutte queste caratteristiche non è facile e, infatti, generalmente Italiano alterna una mezzala che sappia aggredire meglio lo spazio (Pobega allo Spezia, potrebbe tranquillamente essere Maleh alla Fiorentina) con un'altra che, invece, funga da secondo ricevitore (Maggiore lo scorso anno, Bonaventura e Castrovilli in viola). E per tenere in piedi un sistema del genere, serve un regista capace di abbassarsi vicino ai due centrali difensivi (posto che Italiano non ha mai ricercato ossessivamente la Salida Lavolpiana), resistere eventualmente al pressing avversario giocando a parete e, cosa fondamentale, saper trovare passaggi taglia linee diagonali, verso appunto la mezzala che si alza dietro la prima linea degli avversari: Amrabat ti sembra possa corrispondere ad un identikit del genere? Chiedere la diagonalità all'ex-centrocampista del Verona equivale ad esporsi ad un numero non quantificabile di palloni persi nella propria metà campo.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 04, 2022, 12:15:28 pm »
Se la Fiorentina si presentasse davvero il prossimo anno con Amrabat e Pulgar come unici possibili interpreti del ruolo di centrale del centrocampo a tre, manifesterebbe una chiara incapacità e mancanza di volontà di mettere Italiano nelle migliori condizioni possibili per competere sui tre fronti a cui dovrebbe invece puntare la squadra viola. La dirigenza gigliata, quest'estate, ha l'arduo compito di sciogliere più equivoci tattici possibili, non di aggiungerne altri alla lista.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 04, 2022, 10:32:43 am »
Il problema è che oggi a noi manca il titolare. Come alternativa va benissimo pure Amrabat.
Secondo me, schierare Amrabat da regista è una forzatura tattica pari ad un Milenković terzino di una difesa a quattro.

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Mercato / Re:MERCATO 2022
« il: Giugno 04, 2022, 10:00:36 am »
Tu quanti allenatori in serie A conosci che fanno loro direttamente il mercato? Io nessuno, al massimo scelgono tra una rosa di candidati proposti dal DS, quindi, appurato che nessuno fa mercato, il DS in base al gioco da fare proposto dal mister o dalla stessa società cerca i giocatori adatti, quindi se un allenatore non usa il mediano, di sicuro il mediano non arriverà.
Discorso parzialmente corretto, ma un po' più complesso: la comunicazione tra allenatore e responsabile di mercato di una squadra è sempre bidirezionale, con imput tattici che vengono espressi in maniera "top down". Di conseguenza, quasi mai una società impone le sue scelte di mercato al proprio allenatore, in maniera verticale, unidirezionale e "bottom up", come invece dicevi che dovesse fare la Fiorentina. E quando questo accade, generalmente la storia non ha mai un lieto fine (penso all'ultima stagione di Di Francesco alla Roma, o quella di Sarri alla Juventus, pur conclusasi con uno Scudetto, ma più per manifesta superiorità dei bianconeri in campo nazionale, che non per meriti espliciti dell'allenatore).

Non ti puoi presentare alla piazza con Matteo Ricci.
Beh, come titolare certamente no. Come riserva, invece, continuo a ritenere che abbia più un senso un giocatore come lui, che già conosce i meccanismi di gioco di Italiano, piuttosto che i vari Benassi, Pulgar, etc. della situazione, oppure rispetto ad un Amrabat "forzato" nel ruolo di regista per necessità (che, in questo specifico caso, non farebbe virtù). Comunque sia, al di là dei nomi, sui quali possiamo essere d'accordo, o meno, il mio discorso verteva sul fatto che, laddove sfumi definitivamente la conferma di Torreira, tanto vale, per la Fiorentina, cominciare a puntare su giovani di potenziale (per questo facevo l'esempio di Samuele Ricci) che Italiano può plasmare e valorizzare, anziché ricercare il solito prestito secco di un giocatore fatto-e-finito, che, tuttavia, il prossimo anno già si sa che lascerà Firenze.

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Arenaviola / Re:LA FIORENTINA DI ITALIANO
« il: Giugno 04, 2022, 09:41:24 am »
Perché, Gattuso al Milan ha avuto gli stessi giocatori a disposizione di Pioli in questa stagione?
No, a memoria mi par di ricordare che solo un paio di elementi (Calabria, Romagnoli, Kessié e Bakayoko) della rosa attuale del Milan facessero già parte dell'organico rossonero "ai tempi" in cui c'era Gattuso su quella panchina. Ma perché, che c'entra con i miei esempi di prima? Non ho mai scritto una cosa del genere.

Mi sembra che tu voglia per forza che ti venga data ragione (...).
Etrusco, ogni volta che io e te dialoghiamo serenamente, dopo due/tre messaggi di botta-e-risposta te ne esci con quest'affermazione. Non so più come ripeterlo, a me della ragione non interessa NULLA, mi piace semplicemente conversare di Calcio (finché il clima rimane pacifico e, soprattutto, educato), specialmente quando esce fuori qualche spunto interessante come quello che stiamo affrontando. Non è che ogni persona che non è (del tutto o in parte) d'accordo con le tue idee, allora sta per forza cercando di "avere ragione". Si chiama contraddittorio, è anche il bello di interloquire con qualcuno che ha un punto di vista diverso dal proprio.

(...) se il modulo chiede ai terzini di farsi tutto il campo, quello è, che poi con un mister il terzino si faccia tutta la fascia a diritto o con un altro poi si accentri, non sposta di una virgola il fatto che il modulo è lo stesso.
Secondo me, questa è una visione fin troppo semplicistica del Calcio attuale. Come ho scritto più volte, oggi l'importanza maggiore è rivestita dalle funzioni assegnate ai giocatori e dall'interpretazione tattica, NON dal modulo (inteso come concetto dogmatico e immutabile). Per riprendere la tua affermazione, un terzino (così come qualsiasi altro giocatore) potrebbe calarsi perfettamente nel ruolo in un determinato sistema di gioco, oppure esserne completamente un pesce fuor d'acqua. Per fare un esempio pratico, un Mário Rui è Il prototipo perfetto per il Calcio predicato da Sarri e da Spalletti, mentre già farebbe più fatica con Pioli e non vedrebbe mai il campo con Mourinho. E questo al di là del modulo adottato, ma proprio a causa dell'approccio differente che questi allenatori hanno nei confronti del ruolo dei terzini. Così come Foyth rappresenta l'esterno difensivo ideale per un Emery o un Marcelino (ma anche per lo stesso Spalletti), mentre un Guardiola, un De Zerbi, un Italiano o un Pioli non lo prenderebbero proprio in considerazione (perlomeno per quel ruolo), perché per loro significherebbe avere una squadra monca. Oppure potrei citare João Cancelo, inviso da Allegri per la sua poca dimestichezza a convivere all'interno di lunghe fasi di difesa posizionale nella propria metà campo, ma trasformato poi da Guardiola in un meraviglioso "falso terzino", vero grimaldello tattico della prima costruzione del Manchester City dell'ultimo biennio.

Però seguire uno stile di schema è comunque positivo. Cambiare schema ad ogni cambio di allenatore è deleterio, specialmente se la squadra già sviluppa una idea di gioco. Ovviamente andrai a prendere un allenatore con la stessa filosofia e non solo con lo stesso schema.
Ecco, su questo invece sono assolutamente d'accordo. Dare continuità ad un progetto tecnico, anche laddove si debba puntare su un nuovo allenatore, presenta enormi vantaggi, già solo per il semplice fatto che la rosa conosce bene ed ha interiorizzato un certo tipo di spartito, soprattutto se quel medesimo percorso ha già dimostrato di poter portare a risultati importanti. Non a caso, per il dopo Conte, l'Inter ha virato sull'allenatore che, come impostazione di base, presentava maggiori similitudini, ossia Inzaghi (pur con tutte le enormi differenze tra i due, sia chiaro). Viceversa, il Verona del post Jurić ha avuto una crisi di rigetto, quando le è stato imposto un allenatore completamente all'opposto come Di Francesco, mentre ha ricominciato a carburare con Tudor, che ha avuto il merito di seguire il solco già tracciato dal suo predecessore della precedente stagione. In genere, una società decide di stravolgere un progetto tecnico solo quando quest'ultimo fallisce miseramente, oppure perché, battendo quel percorso, si è già raggiunto l'apice massimo e oltre non si può più andare: in Italia, i principali esempi recenti di un tale stravolgimento sono quelli di Sarri alla Juventus, voluto perché nella società bianconera si era radicata l'idea che, con il Calcio iper-reattivo di Allegri, in Europa non fosse possibile ottenere traguardi importanti (idea anche legittima, ma non seguita fino in fondo, dato che l'attuale allenatore della Lazio non è stato supportato sul mercato dalla dirigenza juventina), e quello di Mourinho alla Roma, obiettivamente vincente (ma quello romano è un contesto troppo particolare, che va oltre il mero discorso tattico/di campo ed ha più a che vedere con l'aspetto ambientale ed emotivo).

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