Mi permetto di intervenire, anche qui, da osservatore esterno. Condivido l'opinione generale del forum che valuta questa sessione di mercato appena conclusa dalla Fiorentina essenzialmente monca, anche se partita con il razzo: l'arrivo di un (altro) esterno offensivo che potesse dare maggior solidità al reparto offensivo e la mancata cessione (o, meglio ancora, il mancato rinnovo) di Vlahović sono due falle operative non di poco conto, per quanto ancora colmabili nei prossimi mesi. Tuttavia, bisogna considerare che una qualsiasi dirigenza si muove sempre all'interno di determinati confini, stabiliti principalmente dal punto di equilibrio tra budget e obiettivi. E gli obiettivi auto-imposti dalla proprietà gigliata mi sento di poter dire che prevedono un graduale (ma non immediato) miglioramento dei risultati. E questo non (solo) per mancanza di ambizione, ma, molto più semplicemente, perché è pressoché impossibile trasformare, nell'arco di una singola sessione di mercato, una squadra che nelle ultime tre stagioni non ha mai nemmeno raggiunto i cinquanta punti in classifica, in una che invece possa nell'immediato attentare concretamente ad una qualificazione europea, a meno di non comprare i de Ligt, Verratti e Vinícius di turno e/o salvo suicidi multipli e contemporanei delle società che le sono arrivate sopra. Di conseguenza, il plan della Fiorentina è stato quello di migliorare in determinati settori (a cominciare dall'allenatore, che comunque rimane la pietra angolare da cui ripartire, per un nuovo progetto tecnico), senza però entrare in "panic mode" ed effettuare investimenti che si sarebbero potuti rivelare controproducenti, perlomeno dal lato finanziario. Andando nel concreto: piuttosto che spendere quaranta milioni di euro per Berardi, alias quella tipologia di giocatore che innalza concretamente ed istantaneamente il livello qualitativo della rosa viola, ma che, allo stesso tempo, non le permette di competere alla pari con le squadre che nella passata Serie A si sono suddivise i primi sette posti, Pradé&Co. hanno convenuto, proprio in virtù di queste considerazioni, che non c'era urgenza di spendere un tesoretto così importante, per ritrovarsi con un organico che sarebbe comunque rimasto fuori dai piani alti della classifica e che, al massimo, pur con un Berardi in più nel motore, avrebbe potuto scalare tre/quattro posizioni, ma continuando a non poter ambire alla qualificazione alle competizioni europee. Molto meglio, secondo il loro punto di vista, migliorare la squadra in determinati punti strategici, ma senza svenarsi inutilmente, cominciando a far sedimentare e germogliare il lavoro di Italiano e iniziando intanto a capire su quali elementi puntare anche in futuro, con la speranza di poter continuare a raccogliere i frutti del vivaio del club (e quindi dando spazio ai vari Bianco, Castrovilli, Ranieri, Sottil, Venuti, etc. su cui la Fiorentina DEVE puntare, per evitare di rimpiangerli un giorno, come accade oggi con Mancini e Zaniolo).
Bene, ora che ho provato ad interpretare la parte di avvocato del Diavolo, mi permetto di aggiungere, come ultima postilla, che tutta questa ricostruzione potrà essere giudicata positivamente solo in caso di rinnovo/permanenza (o, comunque, di cessione a prezzi che vadano dai settanta/ottanta milioni di euro in su) di Vlahović. Perché perdere a prezzi di saldo la gemma più preziosa del proprio organico, a causa di una gestione poco tempestiva del suo contratto, rappresenterebbe un disastro sia in termini economici, che di conseguenza operativi, per il progetto di crescita viola. Infine, capisco bene le ragioni sottese alla decisione di sospendere ogni trattativa per il Berardi di turno, dati i costi che rendevano l'operazione non conveniente (su questo punto, mi sono già espresso qualche riga fa). Capisco meno, invece, la logica alla base di non provare a strappare Zaccagni (che sembra cucito dal sarto per giocare all'interno del sistema di Italiano) dal Verona, dato il prezzo decisamente contenuto e la mancanza di una vera e propria asta, intorno al calciatore (non a caso, è stato ceduto solo poche ore prima del gong). Non credo che possa dipendere dal fatto che il neo-giocatore della Lazio avesse sempre reso meglio sull'out di sinistra, ossia la posizione dello scacchiere di Italiano occupata al momento già da González.