LE BASI DEL MERCATO.
BREVE MANUALE PER NEOFITI di Dario Del Gobbo
Le squadre di calcio hanno un’ossatura e da sempre si basano su un assioma indiscutibile: portiere forte e centravanti forte sono mezza squadra. Le cessioni e gli acquisti che riguardano questi due ruoli vanno ponderati molto molto a lungo e pensate senza badare a spese o a speranze, quantomeno.
Corvino ad esempio, non appena cominciò il suo lavoro a Firenze portò Frey e Toni. E tutto fu più facile per tutti.
Ecco perché Chiesa andava venduto.
Non era un portiere, né un attaccante. Per di più si era comportato in modo discutibile alternando prestazioni molto opache ad altre eccellenti. Lo stesso Capello durante una trasmissione post-partita di Champions su SKY lo sottolineò, rimproverando il ragazzo in diretta: “alla Fiorentina non correvi così!”.
Per non parlare del suo entourage, padre in primis, che si era dedicato al chiacchiericcio più bieco ad ogni angolo della città e non solo.
Il cataclisma sportivo e la conseguente morte della residua passione in me medesimo è avvenuta con l’assurda cessione di Vlahovic a gennaio, in piena lotta Champions.
La Fiorentina di Italiano era appena sbocciata e il nebuloso ma avvolgente gioco del mister trovava sfogo grazie all’ottimo Dusan: eravamo in crescita e la Juventus aveva più o meno i nostri punti al termine del girone d’andata.
Quella fu la resa. Per altro battezzata dal nostro Presidente come “un capolavoro, una cessione fondamentale per non essere rovinati” (ricordo a chi ancora crede di tifare per questi colori che noi non dobbiamo pensare allo stato economico-finanziario del club, bensì al risultato sportivo. Non è lavoro è tifo. Non è un dovere è passione. Lo scrivo perché oramai questa città se n’è dimenticata).
Se vendere il centravanti – una delle due pedine fondamentali di una squadra, lo ricordo – non è una questione da poter affrontare a gennaio, meno che mai la sua sostituzione può essere affidata ad una coppiola di simil “Carneadi” polacco-brasiliana, semmai sarebbe stato interessante vedere un giovane argentino sbocciar qui, ma neanche questo ci fu permesso. La nuova gestione di Commisso al momento si è fermata lì, di fronte anche ad una “non contestazione” inspiegabile nel nome del “finiamo la stagione e poi vediamo” (e conquistato un posto nell’Europa che non frega niente ad alcuno, siamo stati pure obbligati a festeggiare e chi non l’ha fatto anche accusato di juventinismo e/o simili) ma soprattutto dell’arrivo del fantasmagorico Centro Sportivo.
Le eventuali future cessioni di Milenkovic, Amrabat e Nico Gonzalez dovrebbero quindi avere una tempistica molto precisa. Se non siamo una squadra che “accumula campioni” per spendere e spandere ma un club moderno che deve vendere per ri-acquistare ancora meglio allora….
Amrabat dovrebbe essere ceduto subito. La sua valutazione è fuori da ogni logica e il ragazzo tra un anno e mezzo è in scadenza (anche se per la Fiorentina c’è un’opzione che permette di allungare fino al 2025). Sappiamo bene però che il gioco di Italiano non si confà assolutamente con le sue caratteristiche e cederlo adesso ci permetterebbe di ottenere liquidità per andare a chiedere calciatori più utili alla causa. Fossimo in un mondo normale penserei a Lukic e/o Frattesi, ma qui pensando a calciatori di buon livello come questi si può già parlare di “sogno”. Rendiamoci conto a quale livello siamo regrediti.
E se fossimo una società organizzata con una rete di osservatori e di intenditori pseudo-seria dovremmo aver già impacchettato anche il buon Nico Gonzalez. Certamente il nostro miglior calciatore in rosa ma fragile e discontinuo, un cocktail perfetto per titillare la mia già estesa ernia iatale. Non dovrebbe essere impossibile trovare un esterno di buona qualità per la cifra paventata dal Leicester. Magari non per un fenomeno come Yeremi Pino (“Sogno Yeremi Pino”), ma avanzerebbero per i soliti Deulofeu, Berardi & company (spererei volentieri in qualcosa di più, ma capite bene che se qua è considerato un “sogno” Lukic….).
Per Milenkovic, già lo sappiamo, l’offerta giusta arriverà in estate. E a quel punto dopo 3 anni di tentativi, speriamo di avere il sostituto.
Perché in tanti non vogliono alcuna cessione?
Perché al comando ci sono incompetenti conclamati che da 3 anni e mezzo sbagliano quasi ogni acquisto. E perché già sappiamo che se parte tizio arriverà un caio peggiore.
Quindi mancano passione e fiducia, competenza e struttura. Poco?
Sembra di essere nel 2018.
Con un “Viola Park” in più, cosa non da poco.
Ma con gli stessi trofei di prima.
Cosa della quale oramai sembra non fottere più niente a nessuno.
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