Il calcio italiano è arrivato nuovamente alla ... frutta, per la precisione, alla ... Macedonia.
E non può essere altrimenti.
Società piene di debiti, procuratori che imperversano e saccheggiano bilanci indisturbati, gestione feudale delle stanze del potere, ripartizione delle risorse da ladrocinio legalizzato.
Questo per il lato organizzativo.
Sul piano sportivo il gioco del calcio non è il fine nobile di questo (ex) sport: la meta cui tendono gli attori principali è soltanto il ritorno economico. Per i calciatori arrivare a guadagnare sempre di più, per i dirigenti avere risultati d'imprenditoria tali da far si che o di riffe o di raffe ci sia un ritorno, se economico meglio.
Sul campo lasciamo perdere: quando in campionato su 10 stagioni 9 le vince sempre la stessa squadra, piena di stranieri, dove gli italiani occupano si e no 2/3 posti, che livello di competitività può avere la nazionale ....Perfino nell'Europa dei club è una debacle continua.
Se il mondo del calcio italiano è quello che ho visto l'estate scorsa in un albergo dell'appennino tosco-emiliano, ce n'ha per poco. Dove non ci sono regole non ci sono frati .... dice un vecchio detto.