I moduli non sono una rappresentazione dogmatica del posizionamento medio dei giocatori in campo: come SEMPRE accade dentro un rettangolo di gioco, la differenza la fa l'interpretazione. In particolare, nel passaggio tra il 4-3-3 e il 4-2-3-1, la variazione principale riguarderebbe, perlomeno sulla carta, gli esterni offensivi, che dovrebbero tenersi maggiormente larghi ed occupare meno i mezzi spazi. Per il resto, Castrovilli continuerebbe lo stesso ad aprirsi per allargare le maglie avversarie (anche perché l'ex-Bari diventa un cavallo quando può giocare fronte alla porta, non spalle ad essa) e consentire il giusto scaglionamento dei giocatori che stazionano sulla trequarti avversaria, attraverso l'occupazione orizzontale dei cinque corridoi verticali che tipicamente ricerca Italiano. A livello di princìpi di gioco, insomma, non cambierebbe praticamente nulla, perlomeno non in fase di possesso. La Roma di Mourinho, per dire, ha iniziato questa stagione giocando nominalmente con il 4-2-3-1, ma poi quello che si vede in campo è un Pellegrini che si abbassa spesso sul centro-destra del cerchio di centrocampo per offrire una soluzione di passaggio diagonale in più, in fase di uscita dalla pressione, oppure per formare il triangolo laterale con terzino ed esterno (soluzione che ieri ha ucciso la Salernitana), mentre Veretout attacca l'area di rigore. Eppure, ripeto, sulla carta il francese dovrebbe giostrare allineato (o comunque vicino) a Cristante, mentre lo stesso Pellegrini, teoricamente, sarebbe il giocatore adibito a calpestare la zona centrale della trequarti (zona che, in queste prime uscite, è stata occupata principalmente da Mkhitaryan, che virtualmente sarebbe l'esterno offensivo). Tutto questo per dire che il Calcio di oggi (specialmente quello predicato da allenatori moderni e all'avanguardia come Italiano) non è più schematizzabile con la rappresentazione di meri moduli statici.
Il modulo spesso è equiparato agli interpreti. Spesso quando nomini un 4-2-3-1 lo fai perché a centrocampo piazzi o due mediani o un regista e un mediano. Difficilmente vedrai Bonaventura nei due a centrocampo. Il gioco di Italiano si basa molto sulla collaborazione di tre elementi che tendono a formare una soluzione di gioco, interno-terzino-ala. Quindi in questo caso gli interpreti sono molto importanti ed un conto è attuare un modo di gioco con Bonaventura-Venuti-Callejon ed un conto è attuarla, ad esempio, con Pulgar-Venuti-Callejon. Le caratteristiche sono troppo diverse, i tempi di gioco che hanno i Pulgar o i Bonaventura sono opposti. Quindi non è il modulo in se con i numeretti che ti dice la squadra ma è il modulo associato ai giocatori in campo. Anche il 6-3-1 potrebbe diventare in fase di attacco un 4-3-3 ma quando attui un 6-3-1 è difficile che tra i 6 i due esterni sono Berardi e Boga...