Non so se i calciatori dei settori giovanili italiani siano già pronti per giocare nelle prime squadre oppure no, anche se qualche dubbio, (dopo aver visto come si comportano in albergo, durante una vacanza per me ed un ritiro per loro, sull'appennino modenese) ce l'ho. Questione di maturità.
Tuttavia trovo singolare che si sia costruito un centro sportivo megagalattico per poi non far esordire o quanto meno provare i migliori, a detta dei tecnici, prodotti del vivaio. Soprattutto quando si hanno problemi difensivi (per una difesa a tre) di centrocampo (Bianco, Amatucci non servivano) e sulle fasce (DiStefano non faceva comodo?).
Non so se dipenda dal tecnico o dal settore specifico.
Di fatto è un "nonsense", quando si vede che le squadre straniere (parlo soprattutto delle inglesi che hanno soldi per comprare in giro i prodotti migliori) che non si vergognano di buttare in campo un 2005 o un 2006, ...... mentre quì anche un Sottil (99) è considerato ancora giovane!
Certo è che se li tieni tutti insieme, dei ragazzotti di 18 anni tranquilli non possono essere.
Se li inserisci coi grandi non credo che continuino a fare i cazzoni, altrimenti li mandano subito in culo.
Ad ogni modo, servirebbe anche un allenatore in grado di inserirli e non credo possa essere l'attuale allenatore.
La squadra B sarebbe un'ottima soluzione ma lo sarebbe anche sottoscrivere accordi con le formazioni Toscane che giocano tra B e C. C'è il Pisa e il Livorno, tanto per dirne due, la Pistoiese in D , l'Arezzo in C, Grosseto e il Prato in D. Basterebbe mandarli lì con regolarità e certezza di farli giocare, li terresti sott'occhio senza affanno.
Fare come fatto con Pierozzi non ha il minimo senso, peggio ancora fare come con Infantino oggi e Zurkowski, Woski, Hagi e Hancko prima di lui. Vanno visti subito in campo, tenerli a macerare in panchina o tribuna ha zero senso.
Dunga, ad esempio, arrivò dritto a Pisa prima di venire da noi.
Nel 1984 (21 anni) fu acquistato dalla Fiorentina nell'affare Socrates, ma fu deciso di lasciarlo giocare in Brasile tre anni per maturare. Si trasferì al Corinthians per poi passare nel 1986 al Santos, e nel 1987 al Vasco da Gama. Nell'autunno del 1987 approdò in Italia al Pisa: con i nerazzurri Dunga raggiunse una sospirata salvezza. Nel 1988 passò alla Fiorentina